23 Luglio 2021: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

se è importante l’amicizia tra le persone, non lo è di meno quella tra i popoli. Oggi celebriamo la festa di Santa Brigida di Svezia che, in buona compagnia di San Benedetto, dei Santi Cirillo e Metodio, Santa Caterina da Siena e Santa Teresa Benedetta della Croce, è Patrona d’Europa. Alla loro protezione fraterna affidiamo il nostro Continente e il mondo intero.

Siamo giunti alla conclusione del XXII capitolo e, con esso, del lungo discorso di San Francesco di Sales sulla “virtù” dell’amicizia. Parliamo di virtù in quanto, come ricorderete, il titolo generale di questa Terza parte richiamava i “Consigli nell’esercizio delle virtù”. Dunque…! Andiamo avanti col testo e, dopo aver sottolineato la necessità di “sopportare con dolcezza l’amico nelle sue imperfezioni”, il Nostro puntualizza: “Parlo soltanto di imperfezioni; quanto ai peccati non bisogna accettarli e sopportarli nemmeno nell’amico. Un’amicizia che lascia morire l’amico senza prestargli aiuto, è un’amicizia debole e cattiva; vedere un amico che muore di un ascesso e non avere il coraggio di dare il colpo di bisturi per salvarlo, non è amicizia.” Evidentemente non si tratta di improvvisarsi “chirurghi”, ma di impegnarsi a correggere coraggiosamente gli eventuali errori gravi in cui l’altro/a può incappare. Tacere di fronte all’errore per timore di offendere equivarrebbe a rendersi complice…quasi una sorta di “favoreggiamento”. Citando di passaggio il solito Plinio, continua: “L’amicizia vera e vitale non sopravvive tra i peccati. Si dice che, dove si adagia, la salamandra spegne il fuoco; il peccato distrugge l’amicizia in cui si annida: se si tratta di un peccato passeggero, l’amicizia lo mette immediatamente in fuga con la correzione; ma se ci rimane e ci si ferma, l’amicizia perisce immediatamente, perché per vivere ha bisogno della virtù; da qui risulta molto chiaro che non è possibile peccare per amicizia.” Qui si sottolinea, come dicevamo sopra, il considerare l’amicizia autentica come una vera e propria virtù che si attua nel farsi buoni consiglieri, compito che, talvolta, si presenta difficoltoso soprattutto se l’amico/a non vuole, o non riesce a staccarsi dai “cattivi consiglieri” cedendo a tentazioni di vario genere lasciandosi così trascinare in comportamenti quanto meno pericolosi. Ma può accadere di peggio, dice Francesco: “L’amico diventa nemico quando vuole condurci al peccato e merita di perdere l’amicizia se vuol condurre l’amico alla rovina e alla dannazione; una delle prove più sicure di una falsa amicizia è vederla praticata tra persone viziose, qualunque sia il genere di peccato che le accomuna.” E’ una triste realtà che, purtroppo e soprattutto, tra i giovani, trova una facile preda. Ci sembra di cogliere una vena di amarezza in ciò che dice di seguito: “Se colui al quale vogliamo bene è preda del vizio, la nostra amicizia è sicuramente viziosa; giacché se non può avere per base una solida e sincera virtù, è giocoforza che sia fondata su una virtù apparente o su qualche aspetto sensuale. Una società costituita tra i commercianti per il profitto temporale ha soltanto l’apparenza di vera amicizia. Essa non ha per fine l’amore delle persone, ma l’amore del denaro.” Il capitolo si conclude con due massime, fondamentali colonne della vita cristiana, come il de Sales stesso le definisce: “Una è del Saggio: Chi teme Dio incontrerà una buona amicizia (Cfr. Sir 6,17); l’altra è di S. Giacomo: L’amicizia di questo mondo è nemica di Dio (Cfr. Gc 4,4)” Nella traduzione moderna i due testi biblici citati, seppur con altre parole, esprimono lo stesso concetto: il primo tende a sottolineare la costanza nell’amicizia con Dio che diventa “contagiosa”; l’altro, usando lo stesso linguaggio di Giovanni, con la parola “mondo” indica tutto ciò che si contrappone all’Amore di Dio.

Preghiamo

Signore Gesù, Tu ci hai offerto, fino alle’estremo sacrificio, la Tua amicizia. Concedici di  conoscerla e viverla profondamente, senza compromessi e senza finzioni trasformandoci in veicoli coerenti e credibili di questo immenso dono di Dio. Amen.

Ed oggi ringraziamo il Signore se riusciremo a fare, almeno in parte, ciò per cui abbiamo pregato. Buona giornata,

PG&PGR

N.B.

Domani ci prendiamo un giorno di “ferie”. A risentirci lunedì.