3 Giugno 2021: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

ecco il suggerimento di Francesco di Sales promesso ieri: “Al primo allarme raccogli tutte le tue forze, non con precipitazione e violenza, ma con dolcezza, tuttavia con serio impegno.” Anche la collera, l’intolleranza, l’ira sono frutti della tentazione e quindi dobbiamo agire di conseguenza per allontanarla da noi senza però pretendere che svanisca in fretta; rischieremmo di peggiorare la situazione: “Hai notato – aggiunge in tono scherzoso –   quello che accade nelle sedute di molti senati e parlamenti? Gli uscieri che gridano: zitti là o zitti qui, fanno più confusione di quelli che vorrebbero far tacere.” (Chissà cosa direbbe ai nostri tempi!) Bisogna dunque fare molta attenzione perché “può capitarci che quando con forza vogliamo reprimere la collera, provochiamo più agitazione nel nostro cuore di quanta non ne avrebbe causata la collera; il cuore così agitato non riesce più ad essere padrone di se stesso.” Il ricorso alla preghiera, all’invocazione “Signore calmami”, è senza dubbio la miglior cosa in questi frangenti. Pensiamo a quante volte, affidandoci soltanto alla nostra buona volontà, senza far ricorso all’aiuto di Dio, siamo caduti in questo errore. Infatti, dice ancora il Nostro: ”Bisogna invocare l’aiuto di Dio, quando ci sentiamo agitati dalla collera, ad imitazione degli Apostoli (Cfr. Mt 8,24-26), sballottati sul mare dal vento e dalla tempesta: comanderà alle nostre passioni e subentrerà una grande calma. Ma non mi stancherò mai di ripeterti che l’orazione che si fa contro la collera in atto che ci sta travolgendo, deve essere fatta con dolcezza, tranquillità, non con violenza. E’ una norma generale per tutti i rimedi contro questo male.” Alla preghiera è necessario aggiungere l’umiltà, imparare a chiedere “scusa”, una di quelle parole “dimenticate” che Papa Francesco ha ricordato tante volte. Il testo continua dicendo: ”Appena ti accorgi che ti sei lasciata andare a qualche atto di collera, rimedia con un atto di dolcezza, nei confronti della stessa persona con cui ti sei irritata.” Noi siamo portati a giustificare i nostri momenti di collera e a rimandare le eventuali scuse; combattere e mettere a tacere l’amor proprio non è certamente cosa facile, ma Francesco ci suggerisce di non differire questo atto di umiltà: “Rimedio sovrano contro la menzogna, è correggerla subito, appena uno si accorge di averla detta; per la collera bisogna agire nello stesso modo: appena ti accorgi di esserci caduta, ripara subito con un atto contrario di dolcezza. C’è un detto che fa al caso nostro: la piaga recente si cura meglio.” Approfittando dei momenti di calma dovremmo fare “rifornimento di dolcezza e di affabilità”, come quando, in autostrada, fermandoci per una “sosta caffè”, ne approfittiamo anche per fare il pieno di carburante… Il capitolo si conclude con l’invito ad essere “dolci”, affabili non solo con le parole, ma nell’intimo della nostra anima in modo particolare con le persone che ci sono vicine, cosa che, a volte, risulta essere la più difficile proprio come dice il de Sales: “Non basta nemmeno avere la dolcezza del miele, che è aromatico e profumato, e raffigura la dolcezza della conversazione educata con gli estranei, ma bisogna avere anche la dolcezza del latte verso i familiari e i vicini: in questo mancano seriamente quelli che sono angeli per la strada e diavoli in casa.”

Preghiamo

Signore, oggi la Tua Chiesa ricorda il Papa San Giovanni XXIII, da tutti conosciuto come il “Papa buono”. Per la sua intercessione facci il dono della calma, della delicatezza, della dolcezza e imprimi nel nostro cuore che i miti possederanno la terra e godranno di una grande pace. Amen.

Ed oggi, cercando di tenere a freno i nostri “fumi”, ripensiamo a ciò che abbiamo appena letto. Buona giornata,

PG&PGR

Notizie di PGR

A parte un po’ di dolore per il “trattamento di ieri, nulla di particolare da segnalare. Restiamo in attesa di notizie, speriamo buone e…preghiamo.

PG