Carissimi,
dopo aver parlato dell’obbedienza “obbligatoria”, Francesco di Sales dedica la fine del capitolo XI a quella “volontaria”. Vi proponiamo tutto il testo rimandando a dopo alcune nostre considerazioni: “Chiamiamo obbedienza volontaria quella cui ci leghiamo per nostra scelta, e che non ci è imposta da alcuno. Abitualmente il principe e il vescovo non li scegliamo noi, né il padre, né la madre; qualche volta nemmeno il marito. Ma scegliamo invece il confessore e il direttore spirituale. Ora, sia che alla scelta si aggiunga il voto di obbedirgli… o anche senza voto, si prometta obbedienza a qualcuno, questa rimarrà sempre un’obbedienza volontaria, perché è decisa dalla nostra volontà in base alla nostra scelta. Bisogna ubbidire a tutti i superiori, a ciascuno nel campo che lo riguarda. Per ciò che riguarda lo Stato e la cosa pubblica, bisogna ubbidire alle autorità civili; per ciò che riguarda il campo religioso, ai vescovi; per le cose di casa, al padre, al marito, al padrone; per la guida personale dell’anima al confessore e al direttore. Fatti indicare dal padre spirituale gli esercizi di pietà che devi praticare; riusciranno meglio ed avranno doppia grazia e doppio valore: la prima, per se stessi, perché sono pii esercizi; l’altra la ricevono dall’obbedienza che li ha prescritti e in virtù della quale sono compiuti. Gli obbedienti sono dei fortunati, perché il Signore non permetterà mai che si perdano.” E di questi “fortunati” nella Storia della Salvezza e in quella della Chiesa ce ne sono moltissimi. Dopo il peccato originale, frutto di disobbedienza, il Signore chiama i Patriarchi che, volontariamente, accettano i suoi disegni; è poi la volta dei Profeti che, in piena libertà, da Mosè a Giovanni Battista, si fanno portavoce della volontà Divina. Ma gli esempi migliori li abbiamo nei tanti personaggi del Nuovo Testamento che hanno permesso, attraverso la loro ubbidienza volontaria, che il piano di Dio per la salvezza dell’uomo, divenisse realtà. La nostra redenzione è scaturita da un “sì”, quello della Vergine di Nazaret al messaggero celeste; un sì pronunciato liberamente e che permette al Figlio di Dio di diventare bambino nel seno di una donna. Ma questo bambino e sua madre hanno bisogno di protezione: è questa la proposta al promesso sposo della vergine, un umile falegname che, dopo il tormento che ben conosciamo, volontariamente si mette a disposizione di Dio. Poi, quel bambino diventato uomo, inizia ad annunciare la venuta del Regno di Dio e invita alla sua sequela dei poveri pescatori che liberamente accettano di seguire il “Rabbi” che, al termine della sua missione terrena, si consegnerà “volontariamente alla sua passione e morte”. Quegli stessi pescatori, dopo un momento di sbandamento, rinvigoriti dallo forza dello Spirito Santo, continueranno l’opera del Maestro, accettando, in piena libertà, la persecuzione e la morte. E potremo continuare con un infinito elenco di “volontari dell’obbedienza”: quelli che noi chiamiamo i Santi. A questo punto poniamoci una domanda: Quante volte, nella nostra vita, abbiamo risposto volontariamente “sì” alle proposte di Dio e quante volte, invece, abbiamo preferito fare di testa nostra?
Preghiamo
Signore insegnaci l’obbedienza volontaria dei nostri Padri nella fede, della Vergine Maria e di San Giuseppe suo sposo, degli Apostoli, dei santi di tutti i tempi che hanno scelto, in diversi modi, di salire sulla croce insieme al Tuo figlio Gesù. Amen.
Proviamo a vivere questa giornata all’insegna del “sì”. Un saluto a tutti,
PG&PGR