Carissimi,
in questa tranche del terzo capitolo, che vogliamo affidare al Patrocinio della Madonna di Pompei, di cui oggi ricorre la memoria e alla quale affidiamo anche PGR, Francesco di Sales cerca di mettere a nudo anche certe tentazioni ed ostentazioni che rischiano di trasformare la virtù della pazienza in ambizione e vanità. Strano a dirsi, ma è così. Dice infatti che “ci sono poi alcuni che quando sono ammalati, afflitti o offesi da qualcuno, stanno bene attenti a non lamentarsi e a dimostrare troppa permalosità; a loro parere, ed è vero, ciò darebbe prova di grande debolezza e di mancanza di generosità; ma poi, nel fondo di loro stessi, desiderano intensamente che qualcuno li compatisca e si danno da fare con mille arti a tale scopo. Vogliono che tutti sappiano che loro sono afflitti, ma anche pazienti e coraggiosi!” Di seguito pone una scomoda domanda alla quale si affretta a dare un’altrettanta scomoda risposta: “Ti pare che quella sia pazienza? Chiamala come vuoi, ma quella è soltanto una finta pazienza. In fondo è soltanto un’abile e studiata ambizione, è vanità: ne ricavano gloria, ma non davanti a Dio!” Qual è, dunque, il modo giusto di praticare la virtù della pazienza quando ci troviamo in una qualche difficoltà? Come affrontare dei problemi di salute, una crisi familiare, una difficoltà economica o qualsiasi altro evento che mette a dura prova il nostro essere “uomini e donne” fragili? Quello che dice il Nostro sembra essere impossibile da mettere in pratica: “Il vero paziente non si lamenta del male e non desidera essere compatito; ne parla con naturalezza, sincerità e semplicità, senza lamenti, senza rimpianti, senza esagerazioni; se lo compatiscono, sopporta con pazienza i compatimenti, a meno che addirittura siano per mali che non ha; in tal caso, con molta umiltà, farà notare che quel male non l’ha e poi si manterrà con animo sereno nella pace tra la verità e la pazienza, ammettendo sì il male, ma senza lamentele.” Senz’altro difficile, ma non impossibile. Una, tra le tante dimostrazioni che ciò può realizzarsi, la troviamo nella figura e nella testimonianza di fede di un ragazzo dei nostri giorni che nella sua breve esistenza terrena, vissuta con semplicità pur essendo dotato di non comuni capacità spirituali e umane (anche tecnologiche), ha raggiunto il traguardo della beatitudine. Ammalatosi nel 2006, a quindici anni, di leucemia fulminante, in pochissimi giorni, vissuti nella piena consapevolezza della fine imminente, mette in atto proprio quello spirito di pazienza descritto sopra dal Salesio. Stiamo parlando di Carlo Acutis, il ragazzo milanese beatificato nel 2006 da Papa Francesco e del quale vi invitiamo a leggere qualche breve biografia che potete trovare su Google o altro motore di ricerca. Ancora una volta i consigli di Francesco di Sales si dimostrano possibili e realizzabili.
Affidiamo la nostra preghiera all’intercessione del Beato Carlo Acutis
A te, beato giovane Carlo, affidiamo la gioventù delle nostre comunità parrocchiali, scolastiche e di tutta la Chiesa. I nostri giovani possano, attraverso la tua preghiera di intercessione, crescere come te, sull’esempio di Gesù, in età e grazia; il tuo esempio li renda forti e pieni di fede anche nelle difficoltà che incontreranno nella vita. Amen.
Oggi non abbiamo consigli particolari da dare, ma ricordiamoci di ciò che abbiamo appena letto. Buona giornata,
PG&PGR
Notizie di PGR
Ieri mattina tanti prelievi, flebo di potassio e altri esami. Morale, da 1 a 10…7,30. Mentre restiamo in attesa dei primi esiti, continuiamo a pregare.
PG