Carissimi,
in questa seconda “tranche” del XIV capitolo San Francesco di Sales ci fa scendere un po’ di più nel “pratico”: come partecipare alla celebrazione Eucaristica. Per coinvolgere un maggior numero di nostri lettori, vogliamo far riferimento, in modo particolare, alla celebrazione domenicale “giocando” un po’ di fantasia: è domenica. Esco di casa, puntualmente in ritardo, mi avvio verso la chiesa. A cosa penso? A tante cose, ma forse mi sfugge quella più importante: vado ad incontrare un Amico, ad ascoltare la sua Parola e a nutrirmi di Lui. Arrivo, saluto qualcuno, prendo posto. Mancano una manciata di secondi all’inizio, ma li occupo scambiando due parole col “distanziato” vicino. Francesco scrive: “Per partecipare convenientemente alla Santa Messa o corporalmente o con la mente, occorre: Dall’inizio fino a che il sacerdote salga l’altare, fa con lui la preparazione: ossia, mettiti alla presenza di Dio, riconosci le tue indegnità e chiedi perdono delle tue colpe.” Penso: forse è un po’ di tempo che non mi confesso…vabbe’, rimannamo a domenica prossima. Non ci deve sfuggire che dal XVII secolo ad oggi la liturgia ha subito grandi cambiamenti e il passaggio dal latino alle lingue nazionali ha favorito notevolmente la piena partecipazione dei fedeli, e in modo particolare l’ascolto e la comprensione della Parola di Dio. Sentiamo cosa dice il nostro autore: “Dal momento in cui il sacerdote giunge all’altare fino al Vangelo, considera, con una riflessione semplice e generica, la venuta di Nostro Signore in questo mondo e la sua Vita…rifletti sulla predicazione del Salvatore.” Poniamoci seriamente la domanda: Quale rapporto abbiamo con la Parola? Con quale impegno l’ascoltiamo? Quale insegnamento possiamo trarne per la nostra vita di tutti i giorni prestando attenzione all’Omelia? Succede spesso che la nostra mente si perda in pensieri che hanno poco o niente a vedere con ciò che viene detto: Quanto chiacchiera ‘sto prete! Me se fa tardi! Ciò ancora da prepara’ er pranzo! Quanto siamo lontani da quello che suggerisce Francesco: “Protesta di voler vivere e morire nella fede e nell’obbedienza alla sua santa Chiesa Cattolica. Da dopo il Credo fino al Padre nostro, occupa il cuore ai misteri della Morte e Passione del nostro Redentore, attuati e essenzialmente rappresentati in questo santo Sacrificio, che tu offri a Dio Padre assieme al sacerdote ed al resto del popolo per la gloria di Dio Padre e la salvezza degli uomini.” Non neghiamolo: spesso il momento centrale della celebrazione viene disturbato da pensieri “estranei”. Quel sacrificio che il Signore rinnova per la nostra salvezza e il miracolo del pane e del vino che diventano realmente corpo e sangue Suo, sembrano passare in secondo piano. Figuriamoci poi se…squilla qualche telefonino! L’abbiamo detto tante volte e non ci stancheremo di ripeterlo: dobbiamo riscoprire la grandezza di questo Sacramento che ci unisce, in modo misterioso, ineffabile, ma intimo, al nostro Salvatore. Il resto…domani.
Preghiamo
Signore insegnaci a vivere più intimamente la celebrazione dell’Eucarestia, mistero di Fede, sorgente di Speranza, pegno d’Amore. Amen.
Riusciremo, oggi, a riflettere un po’ di più sul nostro rapporto con Gesù-Eucarestia? Buona giornata,
PG&PGR