22 Aprile 2021: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

col capitolo odierno, suddiviso in due sezioni, si conclude la seconda parte della Filotea dove San Francesco di Sales offre i suoi consigli per “elevare l’anima a Dio per mezzo dell’Orazione e dei Sacramenti”. L’ultimo di questi è sul “Come bisogna fare la comunione”. Ci permettiamo di premetterne uno: essere consapevoli che l’invito alla Cena dell’Agnello è un dono che il Signore continua a farci, in modo particolare, nel Suo Giorno, quando la comunità cristiana è convocata a rendere grazie intorno alla mensa della Parola e del Pane di Vita. Se ciò che il Nostro dirà, attraverso il suo linguaggio, potrà sembrare “lontano” dalla nostra mentalità e dalle nostre espressioni, non permettiamo che lo sia dal cuore. Leggiamo attentamente il testo, caliamolo nella nostra epoca cercando di renderlo, per quanto è possibile, attuale: ci renderemo conto che possiamo “accorciare le distanze”. Per fedeltà al testo ne riportiamo integralmente i passi salienti, senza lasciarci andare a personali considerazioni, ma ponendoci sempre la stessa domanda: e noi? L’augurio è che ognuno, attraverso la propria esperienza personale, possa fare tesoro di quanto leggerà trovando qualche suggerimento e qualche… correzione da mettere in atto per riscoprire e vivere più intensamente questo grande Mistero che il Signore ha voluto lasciare alla sua Chiesa.

“La preparazione alla santa Comunione comincia la sera precedente, con molte aspirazioni e slanci d’amore. Ritirati per tempo in camera tua, prima del solito; così il mattino seguente sarai pronta per alzarti più presto.”  Domanda: e noi?

“Al mattino alzati con grande gioia per la felicità che speri e, dopo esserti confessata, va, con grande fiducia, ma anche con grande umiltà, a ricevere quel cibo celeste che ti nutre per l’immortalità.” Domanda: e noi?

“Dopo aver pronunciato le sante parole: Signore, non sono degna, non muovere più né la testa né le labbra, non per pregare e ancor meno per sospirare, ma apri dolcemente e mediamente la bocca e, alzando la testa quel tanto che basta perché il sacerdote veda quello che fa, ricevi piena di fede, di speranza e di carità Colui al quale, il quale, per il quale e nel quale tu credi, speri, bruci d’amore.” Domanda: e noi?

 “Filotea, immaginati che, simile all’ape che dopo aver raccolto sui fiori la rugiada del cielo, e il succo più squisito della terra lo trasforma in miele e lo trasporta nella sua arnia; il sacerdote sull’altare prende tra le mani il Salvatore  del mondo, vero Figlio di Dio, simile a rugiada discesa dal cielo e vero Figlio della Vergine, simile a fiore sbocciato dalla terra della nostra umanità, e lo offre in cibo di soavità alla tua bocca e al tuo corpo.” Domanda: e noi?

Preghiamo

Signore, potremo mai ringraziarti abbastanza per il dono dell’Eucarestia? In esso hai voluto lasciarci Te stesso, la Tua vita, il Tuo amore. Perdonaci se a volte ti riceviamo con superficialità, distratti da tanti altri pensieri e aiutaci a riscoprire sempre più e sempre meglio il Tuo diventare parte di noi. Amen.

Un impegno e non solo per oggi? Certamente rileggendo quanto ci dice Francesco qualche cosa vi verrà in mente. Buona giornata,

PG&PG