Carissimi,
andando avanti in questo capitolo, il XX, ci rendiamo conto quanto la Chiesa, col passare dei secoli, abbia voluto andare incontro ai fedeli e al loro rapporto col Signore, permettendo, anzi, raccomandando di accostarsi frequentemente all’Eucarestia, e per quanto è possibile, anche tutti i giorni. Francesco di Sales riprende ciò che Sant’Agostino, vissuto a cavallo tra il IV e il V secolo, diceva: «Io non lodo e non biasimo il fatto di ricevere la comunione eucaristica tutti i giorni, ma consiglio ed esorto ciascuno a fare la comunione tutte le Domeniche, purché lo spirito non abbia affetti al peccato». Il Nostro commenta: “Mi associo non biasimando e non lodando chi fa la comunione tutti i giorni.” Coniugando sapientemente la preoccupazione pastorale per il bene delle anime con la prudenza e per non dare consigli generici rimette questa decisione “alla discrezione del Padre spirituale” in quanto, specifica:“le disposizioni per accostarsi così di frequente alla santa comunione devono essere di un livello di perfezione, che non è opportuno dare in materia un parere generico…“D’altra parte, siccome tali disposizioni, benché richiedono un livello di perfezione alto, possono trovarsi in molte anime buone, non è nemmeno bene distogliere e dissuadere tutti.” Dai tempi di Agostino al Concilio di Trento, ne era passata di acqua sotto i ponti e. come dicevamo ieri, le disposizioni restrittive medievali trovavano la loro giustificazione nella salvaguardia della sacralità dell’Eucarestia. Oggi, sempre col dovuto rispetto adorante, siamo invitati a guardare a questo Sacramento con occhi nuovi e considerare che, se il pane comune è il primo nutrimento del corpo, il Pane eucaristico è necessario per nutrire lo spirito e farci crescere nell’amore. Il de Sales puntualizza: “Sarebbe imprudente consigliare a tutti indiscriminatamente la comunione frequente; ma sarebbe ugualmente imprudente biasimare chi la facesse, soprattutto quando c’è di mezzo il parere di un prudente direttore di spirito.” Citando poi un episodio della vita di Santa Caterina da Siena, dice: “Bella la risposta di S, Caterina da Siena, quando, a proposito della sua comunione quotidiana, le fu citato S. Agostino che non loda e non biasima chi si comunica tutti i giorni: Ebbene, disse, poiché S. Agostino non lo biasima, prego anche voi di fare altrettanto, e mi basta.” Tornando a Sant’Agostino che, per quanto riguarda la comunione domenicale, “consiglia con forza di fare la comunione tutte le domeniche” il santo vescovo dice a Filotea: “Falla anche tu più spesso che puoi. Giacché, io lo credo, tu non hai alcun affetto al peccato mortale, e nemmeno al peccato veniale, sei nella disposizione richiesta da S. Agostino, e anche qualcosa di più; perché non solo non hai l’affetto a peccare, ma non hai nemmeno l’affetto al peccato.. se il tuo padre spirituale lo trova bene, puoi fare la comunione anche più spesso di ogni domenica.” Veniamo ora ai nostri giorni. La questione diventa più ampia: non solo si mette in discussione la possibilità o meno di poter ricevere l’Eucarestia, ma la necessità di parteciparvi e il crescente numero dei sedicenti “credenti non praticanti”. Quante affermazioni di comodo! “Non c’è bisogno di andare in chiesa…io credo, ma prego per conto mio…non faccio come tanti che vanno in chiesa e poi sono peggio degli altri…Ma con tutto quello che ho da fare…ecc.”
Preghiamo
Signore abbiamo bisogno di riscoprire l’importanza della celebrazione domenicale, di ritrovarci insieme per ringraziare, per pregare, per mettere nelle Tue mani la nostra esistenza, quella dei nostri cari, dei nostri amici, dei nostri…nemici. Aiutaci ad essere Chiesa. Amen.
Ed oggi…pensiamo a quel banco che ci aspetta domenica prossima. Non lasciamolo vuoto. Buona giornata,
PG&PGR