14 Aprile 2021: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

continuiamo il discorso iniziato ieri. Leggiamo: “Per conquistare le virtù i gradini sono sempre tre: l’ispirazione, che è il contrario della tentazione; il compiacimento nell’ispirazione che è il contrario del compiacimento nella tentazione; il consenso all’ispirazione, che è il contrario del consenso alla tentazione.” In poche parole il Salesio mette a fuoco l’eterna lotta tra il bene e il male presenti ovunque e che convivono nel nostro animo. Lasciamo dunque spazio all’ispirazione per contrapporla alla tentazione, all’attaccamento al bene per combattere il male, all’agire secondo la volontà di Dio senza lasciarci sviare da ciò che ci allontana da Lui. Non facciamo, dice Francesco, come gli Israeliti nel deserto che chiamati più volte alla conversione, rispondono con continue ribellioni: “Giurò che mai più li avrebbe fatti entrare nella sua pace”(cfr. Salmo 94).  Lasciare che le ispirazioni guidino le nostre scelte, aprano il nostro cuore al bene, ci tengano lontani dal male “è un avvio determinante alla gloria di Dio e in tal modo si comincia ad essere graditi alla divina Maestà; benché questo compiacimento non sia ancora un consenso pieno, perlomeno è una disposizione favorevole.” Il Signore, paziente e misericordioso, non pretende da noi una risposta immediata alle ispirazioni che ci offre. Lui sa attendere i nostri tempi, comprende le nostre difficoltà, è indulgente con le nostre resistenze. L’ascolto della Sua Parola, lo abbiamo letto anche nel capitolo precedente, è un ottimo aiuto per accogliere le ispirazioni e farci fare qualche passo in più. Continua il Nostro: “Se è vero che è un buon segno e cosa molto utile compiacersi nell’ascolto della Parola di Dio, tanto che possiamo considerarlo un’ispirazione esteriore, è cosa altrettanto buona e gradita a Dio compiacersi nell’ispirazione interiore.” Attenzione però: mentre l’ispirazione “esteriore”, quella che proviene dalla Parola di Dio è senz’altro una buona aspirazione, quelle “interiori” debbono essere vagliate con molta prudenza soprattutto quando riguardano le “cose importanti e straordinarie per non rischiare di cadere in inganno”. Francesco, ben conoscendo le “arti ammaliatrici” del maligno che vedendo “un’anima pronta a consentire alle ispirazioni, gliene propone subito di false per trarla in inganno”. Il capitolo si conclude con l’invito a rendere reale e concreto il bene che ci proponiamo di fare: “Una volta dato il consenso, bisogna far sì che abbia seguito e l’ispirazione si attui: questo è il culmine della virtù autentica. Consentire nel cuore senza passare ai fatti, è come piantare una vigna senza volerne frutto.” Il padrone della vigna rimane sempre il Signore, ma lascia a noi la responsabilità di curarla perché porti frutto. Ancora una raccomandazione del santo: prepararsi sin dal mattino  a fare il bene, non solo genericamente, ma realizzarlo concretamente. Dio è l’autore, il “regista” e lo “sceneggiatore” della nostra vita; nostro il compito di interpretarla liberamente, a soggetto, ma seguendo le sue ispirazioni.

Preghiamo

Signore ispiraci propositi santi a Te graditi. Non permettere che la suggestione del male vanifichi le opere meravigliose che vuoi compiere in noi e con noi. Amen.

Ed oggi lasciamo un po’ più di spazio allo Spirito di Dio. Buona giornata,

PG&PGR