31 Marzo 2021: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

per concludere questo XIII capitolo, proseguiamo nell’ascolto delle testimonianze che San Francesco di Sales ci propone: “Un grande personaggio e anche grande santo del nostro tempo, Francesco Borgia (1510-1572), quand’era ancora Duca di Candia, mentre andava a caccia si immergeva in molti pensieri spirituali come questo: Ammira come il falco ritorni sul pugno, si lasci bendare gli occhi e legare alla pertica, mentre gli uomini sono così ribelli alla voce di Dio!” Gli animali, pur guidati dal loro istinto di libertà, sono più docili di noi! Andiamo avanti. Citando San Basilio Magno (329-379) dice che anche la rosa, uno dei fiori più gradevoli, vive in mezzo alle spine e può essere di insegnamento agli uomini: “Le cose più gradevoli di questo mondo, o mortali, sono frammiste a sofferenza… La rosa è un bel fiore, ma mi dà una grande tristezza, perché mi ricorda il mio peccato, a causa del quale la terra è stata condannata a produrre spine.”. Spesso anche in noi sorgono sentimenti contrastanti in seguito ad eventi particolari: dolori e gioie, illusioni e speranze, mancanze e grazie, ed altro. Non ci stanchiamo di volgere il nostro pensiero al Signore, per chiedere il Suo aiuto o per ringraziarlo. Ed ecco la testimonianza di Santa Francesca Romana (1384-1440): “Un giorno, mentre contemplava un ruscello, sulla cui sponda si era fermata a pregare, fu rapita in estasi e, senza sosta, ripeteva queste belle parole: La grazia del mio Dio scende con la dolcezza e la soavità di questo ruscello.” Veramente bella questa riflessione che ci spinge a pensare come l’azione di Dio su di noi sia sempre delicata, sempre rispettosa della nostra umanità; non ci sconvolge e non stravolge la nostra vita ma, dolcemente, la trasforma…se noi glielo permettiamo. Anche nel caos delle nostre città ci sarà certamente capitato di soffermarci a guardare le bellezze della natura. Roma, la grande  (passateci il termine) “incasinata” metropoli, spesso offre dei tramonti che sembrano essere dipinti col pennello; oppure una piccola escursione sulle Alpi, quanti “spettacoli” che allargano il cuore offre? Francesco ce ne offre altre: “Guardando gli alberi in fiore qualcuno esclamerà: Perché solo io sono senza fiori nel giardino della Chiesa? Un altro, osservando dei pulcini raccolti sotto la chioccia, dirà: Signore, conservaci sotto la protezione delle tua ali. Un altro ancora, alla vista del girasole, penserà: Quando avverrà, Dio mio, che la mia anima segua le attrattive della tua bontà? Vedendo poi delle viole del pensiero coltivate, belle a vedersi, ma senza profumo, dirà: Ecco come sono i miei pensieri, belli a chiacchiere, ma poi non sanno di niente!” Esempi molto semplici, ma quale profondità e quanta verità in queste parole! Ecco, aggiunge, “come si possono ricavare buoni pensieri e sante ispirazioni dalle situazioni di questa vita mortale”. Ancora una volta il dotto vescovo di Ginevra “scende dalla cattedra”, si immedesima in ognuno di noi, e ci invita a volgere lo sguardo intorno e a cogliere, in ciò che ci circonda, l’opera di Dio. Concludiamo con la sua paterna, ma “severa” raccomandazione: “Nell’esercizio del raccoglimento spirituale e delle preghiere giaculatorie si trova la profonda radice della devozione: può supplire alla mancanza di tutte le altre forme di orazione. Ma se manca questo non c’è modo di rimediare. Senza questo esercizio non è possibile la vita contemplativa, anzi sarà mal condotta anche quella attiva; senza questo il riposo è ozio, il lavoro preoccupazione; perciò ti supplico di abbracciarlo con tutto il cuore, senza staccartene mai!”

Preghiamo

Signore, quante meraviglie hai messo a nostra disposizione e quanto amore ci dimostri quando Ti fai vicino alla nostra umanità. Allarga il nostro cuore e rendilo capace di lodarti sempre, in ogni occasione, in ogni luogo. Nei giorni che seguiranno apri il nostro cuore per accoglierti mentre spezzi il pane, mentre sali il Calvario e stendi le tue braccia sulla croce e, finalmente, risorgi per riaprirci le porte del cielo. Amen.

Oggi e nei giorni che seguiranno cerchiamo di mettere a frutto quanto abbiamo letto. A tutti l’augurio di vivere profondamente il grande mistero della nostra salvezza. Buon triduo e…….buona Resurrezione! Ci ritroveremo martedì 6 aprile.

PG&PGR

Piccoli suggerimenti per questi giorni santi:

Giovedì e Venerdì sono giorni lavorativi e molti non potranno partecipare alle liturgie della Cena e della Passione del Signore che, a causa del “coprifuoco” dovranno essere, necessariamente, anticipate rispetto agli orari consueti. La Liturgia delle ore ci offre alcune opportunità: soffermarci un po’ di più su qualche frase di uno dei salmi; fissare nella mente  un’antifona e ripeterla mentalmente durante la giornata; se si ha la possibilità di fare una pausa, magari rinunciando al caffè con i colleghi, leggere un brano (o parte di esso) delle letture liturgiche di quel giorno, ecc. Le possibilità sono molte, basta un po’ di fantasia e anche i vari “marchingegni” informatici possono diventare strumenti per facilitare la preghiera.

Ciao.