Carissimi,
siamo alla terza meditazione: “I benefici di Dio” e mettiamoci alla sua presenza chiedendogli di ispirarci. Francesco ci esorta a riflettere sui doni, materiali e spirituali, che il Signore ci ha fatto, e continua a fare, a ciascuno di noi, con queste tre considerazioni: “1. Considera i doni corporali che Dio ti ha dato: il corpo, i mezzi per sostentarlo, la salute, le soddisfazioni legate a lui, gli amici, i beni materiali. Considera tutto ciò che ha dato a te e mettilo a confronto con ciò che hanno altre persone…che non hanno quello che hai tu… 2. Considera i doni dello spirito: quanta gente c’è al mondo ebete, pazza, furiosa, mentecatta; perché non sei anche tu di quelli? Dio ti ha favorito: Quanti altri hanno avuto scarsa possibilità di istruirsi, o addirittura nessuna; per te, invece, la Provvidenza divina ha voluto un’educazione civile e onorata. 3. Considera le grazie spirituali: tu sei figlia della Chiesa, Filotea; Dio si è fatto conoscere a te fin dalla tua infanzia. Quante volte ti ha visitato con i sacramenti? E le ispirazioni, le illuminazioni interiori, le correzioni per richiamarti? E quante volte ti ha perdonato? E non ti ricordi quante volte ti ha liberato dalle occasioni in cui ti saresti perduta? E gli anni passati non sono stati forse un tempo prezioso che Dio ti ha offerto per camminare verso il bene della tua anima? Leggendo tutto questo, possiamo ben renderci conto di quanti doni abbiamo ricevuto dal Signore. Tante volte ci lamentiamo per qualche sofferenza o malanno, per qualche incomprensione nell’ambito familiare, sociale o comunitario! Queste “lamentazioni” offuscano il bene che il Signore ci fa. L’invito di Francesco ci sprona ad ammirare la bontà di Dio e la ricchezza della sua misericordia, a ripensare alla nostra ingratitudine che spesso “si contrappone all’abisso della sua grazia e del suo favore”. Ci chiede di metterci a servizio di Dio, anima e corpo, ad impegnarci seriamente in questo attraverso “i mezzi che la Chiesa ci offre per amarlo e raggiungere la salvezza”.
Ancora una volta diciamo grazie al nostro santo patrono che ci scuote dal nostro torpore, ci “tira le orecchie” per i nostri lamenti e ci sollecita ad una maggiore attenzione e gratitudine verso quel Dio che ci colma di beni.
Preghiamo
Signore, siamo veramente degli ingrati. Troppe volte ci soffermiamo a commiserarci, a lamentarci, a pretendere, rasentando la mancanza di fiducia in Te e non ci accorgiamo di quanto ci ami e quanto fai per noi. Signore, aiutaci e perdonaci. Amen.
Ed oggi, che ne dite di qualche “lamentela” in meno e qualche “grazie” in più? Buona giornata,
PG&PGR