Carissimi,
stiamo parlando di “purificazione”. La prima, come abbiamo visto ieri, è quella dal peccato grave (mortale) che interrompe il nostro “contatto” con il Signore. Ma è solo il primo passo. La seconda è quella dagli effetti e, soprattutto, dagli “affetti” al peccato e cioè liberarsi dai suoi “strascichi”…Avete presente i disturbi che, dopo essere usciti da uno stato influenzale, restano per qualche tempo? Una cosa del genere con una piccola variante: quelli pian piano, con un po’ di attenzione, ci abbandonano; per gli altri ci vuole un maggior impegno personale e San Francesco di Sales ci suggerisce come fare dicendo: “La prima ragione che deve spingerci ad operare questa seconda purificazione, è la coscienza viva e nitida del male enorme che ci causa il peccato; riusciremo, in tal modo, ad entrare in una contrizione profonda e travolgente: infatti la contrizione, per piccola che sia, se è sincera, e soprattutto se congiunta alla forza dei Sacramenti, ci purifica sufficientemente dal peccato; se poi la contrizione è profonda e travolgente, ci purifica anche da tutti gli affetti che derivano dal peccato”. Proviamo ad immaginare qualcosa (o qualcuno!) che detestiamo, ma con la quale, con un po’ di impegno e di tolleranza riusciamo a convivere. E poi proviamo a fare lo stesso esercizio verso qualcosa (o qualcuno!) che proprio non riusciamo a sopportare, che si oppone alla nostra stessa natura. “Similmente –dice Francesco – se il penitente odia il peccato solo leggermente, benché sinceramente, è vero che fa il proposito di non peccare più, ma non è come quando lo odia con una contrizione forte e vigorosa; in tal caso, non solo detesterà il peccato, ma anche tutti gli affetti, le conseguenze e i sentieri del peccato”. Questo è quello che il Nostro suggerisce su come fare questa seconda purificazione e porta l’esempio di santa Maria Maddalena che “convertendosi, perse talmente il gusto del peccato e dei piaceri che non ci pensò più”. Conclude questa sezione affermando che è necessaria una piena presa di coscienza del peccato, cioè conoscerlo, conoscere i suoi effetti e allontanarsi dai suoi affetti. Per fare questo suggerisce dieci meditazioni che vi proporremo nei prossimi incontri. Forse qualcuno le troverà pesanti, difficili, troppo impegnative… Quanto meno, proviamoci!
Preghiamo
Signore, tu ci conosci fino in fondo, molto meglio di quanto ognuno di noi conosce se stesso. Aiutaci ad eliminare dal nostro cuore, dai nostri pensieri e dalle nostre azioni la suggestione del male, per sentirci veramente liberi di vivere come Tu vuoi. Amen.
Ed oggi, cosa faremo? Preghiamo un po’ più intensamente chiedendo perdono al Signore per le nostre “infermità”, affindandoci all’intercessione dei martiri di Abitina di cui oggi ricorre la memoria. Chi erano? Attraverso Google o altro motore di ricerca digitate “Martiri di Abitina” e scopritelo. Buona giornata,
PG&PGR