Carissimi,
ieri abbiamo iniziato un nuovo anno e, con esso, il terzo decennio del terzo millennio dell’era cristiana… Certo che, detto così, fa impressione! Per molti “era cristiana” è solo un modo di dire per indicare il tempo posteriore alla nascita di un uomo “singolare” che, nato in un piccolo borgo subito fuori Gerusalemme, è vissuto predicando in tutta la Palestina dell’epoca, ma che poi ha fatto una brutta fine. Per noi cristiani quell’uomo è il Figlio di Dio, il “Dio con noi”, il “Primogenito di una moltitudine di molti fratelli” (Rom. 8,29). Quegli anni trascorsi da Gesù di Nazaret tra gli uomini fanno certamente parte, da un punto di vista storico, del passato, ma l’opera della Redenzione accompagnata dalle sue parole e dalla sua testimonianza, restano in eterno: “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno!”(Mt 24,35 e passi //). Parole che ancora oggi leggiamo durante le nostre liturgie… Ma quanto sono entrate, e quanto entrano, del cuore dell’uomo? Augurandoci, come facciamo di solito, che questo nuovo anno sia migliore dei precedenti, e soprattutto del precedente, auguriamoci di viverlo, mettendoci tutto l’impegno possibile, alla scuola del Vangelo, alla scuola dell’Amore. Quello che stiamo vivendo è un momento difficile, drammatico per la storia dell’intera umanità. Ma il Signore ci ha detto: “Chiedete e vi sarà dato, bussate e vi sarà aperto”. Per questo, non perdiamo la fiducia in Colui che tutto può e che, lo sappiamo, non ci abbandonerà mai.
In A,S. leggiamo che “San Francesco di Sales impiegava le prime e le ultime ore di ogni anno e di ogni mese nel far l’esame del proprio cuore, domandar perdono del passato e disporsi a far meglio per l’avvenire. A parecchi dei suoi figliuoli spirituali egli parla nelle sue lettere di questa pratica, raccomandandone l’uso”. Sentendoci anche noi, a più di quattro secoli di distanza, un po’ suoi figli spirituali, vogliamo pregare con le parole che egli usa in una lettera del 1° gennaio 1612 alla Madre de Chantal: “Bisogna cominciare l’anno da Cristo e dalla sua Santissima Madre; perciò oggi, con tutto l’affetto, ricorriamo al Figlio e alla Madre così: «O Gesù, riempite il nostro cuore del balsamo sacro del vostro nome divino, affinché la soavità del suo profumo arrivi a tutti i nostri sensi e si espanda su tutti i nostri atti. Ma, per rendere questo cuore capace di ricevere un liquore così dolce, circoncidetelo e purgatelo da tutto quello che può essere sgradevole ai vostri occhi. O nome glorioso che la bocca del Padre celeste ha pronunziato dall’eternità, siate sempre il titolo di gloria della nostra anima, affinché, come voi siete Salvatore, essa sia eternamente salvata. O Vergine Santa che, prima fra tutte le creature umane, avete pronunziato questo nome di salvezza, ispirateci il modo più conveniente di pronunziarlo, affinché tutto, in noi, respiri la salvezza che il vostro seno ha portato».
Sia questa la nostra preghiera ieri, oggi e sempre. A tutti buona giornata,
PG&PGR