Carissimi,
curiosando tra i vari testi che trattano le opere di San Francesco di Sales, abbiamo ritrovato un vecchio libro, “Lettere ai laici”, contenente una raccolta di lettere (curata da un Oblato di San Francesco di Sales, P. Giancarlo Bernabei, nel lontano 1967), indirizzate dal Salesio, appunto, a dei laici. Sappiamo bene che Francesco fu direttore spirituale, oltre che di tanti uomini e donne consacrati al servizio del Signore, anche di molte persone che vivevano “nel mondo”: persone di ogni rango e condizione, che si rivolgevano a lui per avere qualche consiglio spirituale.
Scorrendo l’indice dei temi trattati in tale raccolta, l’occhio è caduto sul termine “aridità”. Quante volte, nel nostro ministero, dentro e fuori del confessionale, abbiamo ascoltato fratelli e sorelle che lamentavano una certa aridità spirituale. In una lettera, proprio a questo proposito, il Salesio scrive: “Ahimé, siamo sempre attaccati alle consolazioni sensibili. Ma è molto più fruttuosa l’asprezza delle aridità. Sebbene San Pietro amasse il Tabor e fuggisse il Calvario, questo tuttavia è più utile di quello, e il sangue che fu sparso sull’uno è più desiderabile della luce che splendette sull’altro. Il Signore vi tratta già come figlia: vivete come tale. E’ preferibile mangiare il pane senza zucchero che lo zucchero senza pane. L’inquietitudine che provate considerando il vostro nulla non è affatto buona: la causa certamente buona, l’effetto no. La conoscenza del nostro nulla non ci deve turbare, ma addolcire, umiliare e abbassare. E’ l’amor proprio che ci fa impazientire, quando ci vediamo abietti… «Io mi glorio nella mia infermità – dice il nostro grande San Paolo – perché la virtù del Signore abita in me» (2Cor 12,3)”.
Probabilmente questo consiglio ha avuto un risultato limitato nel tempo, ma non ha risolto il problema di questa figlia spirituale del Santo, tanto è vero che, non molto tempo dopo, le scrive: “Cosa volete che vi dica sul ritorno delle vostre miserie, se non che al ritorno del nemico bisogna riprendere le armi e il coraggio per combattere con più ardore che mai? Evitate ogni abbattimento, perché la Bontà celeste non vi lascia cadere per abbandonarvi, ma perché vi umiliate e vi tenete più stretta alla sua mano. Se volete seguire i miei consigli, continuate i vostri esercizi di pietà pur tra le aridità e i languori interiori. Infatti, volendo noi servire Dio solo per amore, ed essendogli gradito il servizio che gli rendiamo tra le aridità più di quello che gli rendiamo tra le dolcezze, dobbiamo preferire il primo, almeno con la parte superiore di noi stessi.”
Dunque i nostri momenti di aridità spirituale non ci debbono spaventare anzi debbono stimolare il nostro spirito cercando di individuarne le cause e, quindi, porvi rimedio chiedendo, con maggiore convinzione, aiuto al Signore. La cosa importante è che, di fronte a queste difficoltà, non ci si arrenda…mai!
Preghiamo
Signore, tante volte ci sentiamo deboli, spenti, stanchi. Le difficoltà sembrano avere la meglio e rischiano di soffocare il nostro spirito. Aiutaci, in questi momenti, a non dubitare del tuo amore che ci accoglie, sempre e comunque, come tuoi figli nonostante la nostra debolezza. Amen.
E se oggi ci sentiremo un po’ aridi, andiamo comunque avanti…Il Signore ci darà di che rinfrescare il nostro spirito. Buona giornata,
PG&PGR