1 dicembre 2020: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

nel libro dell’Esodo (20,5) e in diversi altri passi dell’Antico Testamento, si dice che Dio “è un Dio geloso”. Francesco di Sales, nel TAD, ci pone una domanda: “In che cosa consiste la gelosia di Dio?”. E ce ne fornisce anche la risposta: “A prima vista sembra essere una gelosia simile a quella dei mariti per le mogli; infatti vuole che siamo talmente suoi da non appartenere in alcun modo a nessun altro al di fuori di lui…Domanda tutto il nostro cuore, tutta la nostra anima, tutto il nostro spirito, tutte le nostre forze; per questo viene chiamato Sposo e le nostre anime sue spose, e chiama fornicazione ed adulterio ogni sorta di allontanamento da lui. Ed ha proprio ragione, questo grande Dio, buono in modo unico, di pretendere totalmente il nostro cuore, perché abbiamo un cuore piccolo, che non può avere abbastanza amore per amare degnamente la divina bontà: non è quindi doveroso che, non potendogli dare tutto l’amore che meriterebbe, gli diamo almeno tutto quello di cui il nostro cuore è capace”. Il Signore conosce perfettamente il cuore e l’animo di tutti noi, sa bene che siamo deboli, superficiali, inclini a farci “degli sconti”, ma non per questo Egli viene meno al suo amore verso di noi. Continua il Salesio: “La gelosia che Dio ha per noi, non è quella di concupiscenza, ma anzi di somma amicizia; infatti, non è nel suo interesse che l’amiamo, ma nel nostro”. Potremmo farci una domanda: l’amore dell’uomo verso Dio, aumenta la sua gloria? Oppure, il disinteresse dell’uomo verso Dio, sminuisce la sua potenza? Citando le parole del profeta Geremia “Perchè il mio popolo ha commesso due iniquità: essi hanno abbandonato me, sorgente di acqua viva, per scavarsi cisterne, cisterne screpolate, che non tengono l’acqua (2,13)” . Mettendo Dio in “un cantuccio”, quale vantaggio ne ha ricavato l’uomo? Sempre il Nostro: “Pensa, Teotimo, ti prego, come l’amante divino esprima delicatamente la nobiltà e la generosità della sua gelosia; dice:  «Hanno abbandonato me, io che sono la sorgente d’acqua viva –  come se dicesse -: Non mi lamento perché mi hanno abbandonato, per un danno causatomi dal loro abbandono; infatti quale danno può venire ad una sorgente viva se non si viene ad attingere acqua?Cesserà forse per questo di sgorgare e di scorrere sulla terra? Ma rimpiango la loro disgrazia, perché, dopo avermi abbandonato hanno perso tempo cercando in pozzi senz’acqua. Se, per ipotesi impossibile, avessero potuto trovare qualche altra sorgente di acqua viva, sopporterei facilmente il loro allontanamento da me, giacché non pretendo nulla dal loro amore, se non la loro felicità; ma, lasciarmi per morire, abbandonarmi per rovinarsi, è questo che mi meraviglia e mi amareggia per la loro follia. E’ dunque per amor nostro che vuole che l’amiamo, perché non possiamo smettere di amarlo senza iniziare a perderci, e tutto l’affetto che gli togliamo, lo perdiamo». Ci sembra veramente che pochi, come Francesco di Sales, abbiano saputo spiegare in che cosa consiste veramente la “gelosia” di Dio nei nostri confronti.

Preghiamo

Dio Padre e creatore, che ami alla follia tutto ciò che hai creato, ma che soltanto agli uomini e alle donne hai dato la dignità di chiamarsi tuoi figli, fa’ che nulla e nessuno possa mai allontanarci dal tuo amore che è fonte di vita eterna. Amen

Diamo, oggi, possibilità al Signore di aumentare la sua gelosia per noi e buona giornata,

PG&PGR