9 novembre 2020: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

oggi la Chiesa Universale celebra la festa della Dedicazione della Basilica Lateranense, madre di tutte le Chiese; fondata da Papa Melchiade (o Milziade) agli inizi del IV secolo sul terreno donato dall’imperatore Costantino con annesso il Palazzo Lateranense (fino allora residenza imperiale) divenne la residenza Pontificia. E’ la chiesa Cattedrale di Roma e il Palazzo Lateranense è la sede del Vicariato della Diocesi. Ma al di là di queste piccole note storiche, di fronte a questa ricorrenza, dobbiamo porci una domanda: Quando parliamo di Chiesa a che cosa e a chi ci riferiamo? Partiamo dal Vangelo: Gesù, nel dialogo con la donna samaritana dice: “Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte né in Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quel che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma e` giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità” (Gv 4,21-24). La Tradizione dei primi secoli, riporta la testimonianza di San Giustino Martire durante il suo processo:  “Chiese ancora il prefetto Rustico: “Dove vi riunite?”. Giustino rispose: “Dove ciascuno può e preferisce; tu credi che tutti noi ci riuniamo in uno stesso luogo, ma non è cosi perché il Dio dei cristiani, che è invisibile, non si può circoscrivere in alcun luogo, ma riempie il cielo e la terra ed è venerato e glorificato ovunque dai suoi fedeli”. Dunque, per quanto importante avere un luogo dove riunirsi in preghiera e celebrare l’Eucarestia (e noi di questa parrocchia lo sappiamo bene!), la Chiesa, quella vera, è nel cuore dell’uomo. Nella Filotea Francesco di Sales dice: “Nella creazione Dio comandò alle piante di portare frutto, ciascuna secondo il suo genere: allo stesso modo, ai Cristiani, piante vive della Chiesa, ordina di portare frutti di devozione, ciascuno secondo la propria natura e la propria vocazione”. Per quanto riguarda la preghiera per la Chiesa e con la Chiesa, pur non sottovalutando quella personale, dice: “Si ricava sempre maggior frutto e più consolazione dalle celebrazioni pubbliche della Chiesa, che non dalle devozioni personali; perché Dio ha così voluto dando la preferenza assoluta agli atti di comunità su quelli privati”. Nei Trattenimenti dirà, rivolgendosi alla suore della Visitazione: “Lo Spirito Santo deve presiedere la comunità”. Ma se questo è valido per le comunità religiose, lo è senz’altro anche per le Chiese locali, cioè le comunità parrocchiali. Cristiani, almeno anagraficamente, lo si diventa ricevendo il sacramento del Battesimo, ma lo si testimonia con la propria perseveranza sentendosi parte integrante di quell’edificio spirituale che chiamiamo Chiesa.

Preghiamo:

Signore che ci chiami ad essere pietre vive della Tua Chiesa nata dal costato trafitto del Cristo Tuo Figlio, aiutaci a sentirci tali e ad impegnarci per la crescita di questo edificio spirituale superando le difficoltà che incontriamo sul nostro cammino comunitario. Amen.

Oggi ripeti spesso: sono un “mattone vivo” della mia Chiesa. Buona giornata,

PG&PGR