16 ottobre 2020: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

a chi di noi non è mai capitato di essere criticato per alcune scelte fatte? A volte si tratta di critiche “costruttive” che possono aiutare a migliorare alcune situazioni…e queste ben vengano. Ma il più delle volte… E questo può far scattare, in noi, quel senso di auto-difesa che ci fa partire al “contrattacco”. E’ proprio in questi momenti che dovrebbe entrare in gioco la nostra umiltà! Oggi ricorre la memoria di Santa Margherita Maria Alacoque, suora della Visitazione di S. Maria, alla quale si deve l’espansione della devozione al Sacro Cuore di Gesù. Destinataria di molte rivelazioni e ispirazioni, fu inizialmente incompresa dalle sue consorelle e dai superiori che arrivarono a considerarla una fanatica visionaria. Per amore di Dio accettò anche queste umiliazioni facendosi forte degli insegnamenti del Salesio che, nei suoi scritti e discorsi, spesso affronta, come avrete certamente notato, il tema della pazienza e della tolleranza. In una lettera egli scrive: “Vivete tutti per Dio e, per l’amore che Egli ha portato a voi, sopportate voi stessi nelle vostre miserie: essere buoni servi di Dio non consiste nel vivere sempre tra consolazioni e dolcezze, senza avversione e ripugnanza al bene; se fosse così, né Santa Caterina da Siena né altre…avrebbero ben servito il Signore! Essere buoni servi di Dio vuol dire avere una gran carità verso il prossimo; avere nella parte superiore dell’anima una inviolabile risoluzione di seguire la divina Volontà; avere una profonda umiltà e semplicità per confidare in Dio e rialzarsi dalle proprie cadute; sopportare se stessi nelle quotidiane mancanze e tollerare in piena pace il prossimo nelle sue imperfezioni”. Dovremmo averlo ormai imparato, ma è bene ripeterlo: tutto ciò che Francesco di Sales consiglia, non è solo frutto di sue meditazioni spirituali, ma della sua stessa esperienza di vita. Negli A.S. leggiamo che proprio in questo giorno del 1609, “sul punto di fare ritorno in Savoia, dopo aver celebrato nel castello di Monthelon il matrimonio tra suo fratello Bernard con la figlia della Chantal, ritardò la sua partenza in seguito ad un incontro con due nobili coniugi calvinisti. La Provvidenza volle che le parole del servo di Dio colpissero così profondamente il loro cuore da abiurare l’eresia fra le sue mani. Quel ritardo, dovuto a voler meglio istruire e confermare nella fede cattolica quelle due anime, gli attirò, da qualcuno del suo seguito, non lievi osservazioni. Venne tacciato d’imprudenza e vanità per il suo lungo soggiorno nel castello e per il richiamo da lui fatto di pecorelle non sue. Vi era tanto da fare nel suo gregge – si diceva – da non essere necessario il divertirsi a lavorare nell’ovile degli altri. Quando l’insolente motteggiatore ebbe finito, il santo Vescovo, sempre eguale a se stesso, sorridendo rispose: «Mio caro signore, imparate una volta per sempre che Gesù Cristo e il Papa, suo Vicario, hanno un unico e solo ovile. Dovunque e sempre noi siamo loro sudditi e servi. Bisogna perciò che dovunque troviamo da lavorare mettiamo mano all’opera per far quello che si deve fare, specialmente se la cosa è urgente»”. Gli A.S. non dicono nulla della reazione del “critico” a quella risposta, ma possiamo ben immaginarla!

Preghiamo:

Signore, oggi vorremmo farti una domanda: perché tanti santi e sante che hanno ricevuto doni e rivelazioni particolari da Te e dalla Tua Madre Santissima, hanno sempre trovato l’opposizione dei confratelli, delle consorelle, dei superiori e delle persone che li circondavano? E’ forse una ulteriore prova della loro pazienza e umiltà? Se è così, insegna anche a noi ad agire in questo modo. Amen…e grazie!

Se oggi ci capiterà di subire qualche piccola critica, impegnamoci a superarla con umiltà e pazienza. Buona giornata,

PG&PGR

Notizie da PGR

Questa mattina ancora medicazione all’Umberto I. Ci vuole pazienza, ma confidiamo che la ferita, ormai non più infetta, si chiuda presto. PG