Carissimi tutti,
celebriamo oggi la memoria liturgica di S. Teresa di Gesù Bambino, conosciuta anche col nome di S. Teresa di Lisieux, o più semplicemente Santa Teresina, per distinguerla da S. Teresa d’Avila. Forse non tutti sanno che quella chiesa, oggi chiusa al culto pubblico e usata solo dai preti-studenti del Collegio Lateranense, ma che per tanti anni, fino al 1972, è stata il punto di riferimento della nostra comunità parrocchiale, è intitolata proprio a lei, Santa Teresina. Ma come, dirà qualcuno, quella chiesa non si chiamava Sant’Antonio? E’ vero, tutti la chiamavano così! Ma questo solo perché era annessa alla “Pia Casa S. Antonio”, l’istituto delle suore che ben conosciamo e che fin dalla metà degli anni ’20 ospitava dei bambini rimasti orfani. Inoltre nella chiesa era presente una statua di Sant’Antonio e la festa patronale si celebrava il 13 giugno, giorno della memoria del Santo di Padova. Dopo questo ricordo storico, torniamo a Santa Teresina. Nasce in Francia, ad Alençon nel 1873 e all’età di quindici anni entra nel Carmelo di Lisieux dove trascorrerà il resto della sua breve vita. All’amore di Dio Teresa risponde con tutte le sue forze e il suo entusiasmo giovanile affrontando anche tante difficoltà di vario genere. Nel 1896 si manifestano i primi segni della tubercolosi che la porterà alla morte il 30 settembre del 1897 a soli venticinque anni. Beatificata nel 1923 e canonizzata due anni dopo, nel 1997 il Santo papa Giovanni Paolo II la dichiara “Dottore della Chiesa”, terza donna ad avere questo titolo dopo Santa Caterina da Siena e Santa Teresa d’Avila. E’ patrona delle Missioni e Compatrona della Francia. Proprio di quella Francia che nell’Ottocento, con l’ideologia illuminista, è il primo paese d’Europa a prendere le distanze da Dio con la convinzione che l’uomo può fare a meno di Lui e vivere come se Egli non esistesse. Ma già San Francesco di Sales, nella Filotea, aveva messo in guardia dalla tentazione di eliminare Dio dalla propria esistenza. Scrive: “Dio non ti ha messo al mondo perché aveva bisogno di te; tu non gli sei di alcuna utilità. Lo ha fatto soltanto per dimostrare in te la sua bontà, arricchendoti della sua grazia e della sua gloria. Per questo ti ha dato l’intelligenza per conoscerlo, la memoria per ricordarlo, la volontà per amarlo, l’immaginazione per rappresentarti i suoi benefici, gli occhi per contemplare le sue opere, la lingua per lodarlo, e così tutte le altre facoltà…Considera la sventura del mondo che non pensa a queste cose, ma vive come se fosse stato creato soltanto per costruire case, piantare alberi, accumulare ricchezze e fare pazzie”. E, sulla scia delle Confessioni di Sant’Agostino, in un dialogo immaginario con l’uomo che dopo essersi allontanato da Dio, rientra in se stesso, continua: “Dirai: Mio Dio, a che cosa mi occupavo, quando non pensavo a te? Che cosa ricordavo, quando dimenticavo te? Che cosa amavo, quando non amavo te? Avrei dovuto nutrirmi di verità e mi imbottivo di vuoto; ero schiavo del mondo anziché rendere lui schiavo di me”. Sono ormai passati quattro secoli da Francesco di Sales e due dai tempi di santa Teresina, ma la mentalità dell’uomo non è cambiata: la mondanità continua a schiavizzarci e sempre più persone, soprattutto giovani, pensano di poter fare a meno di Dio o relegarlo in un angolino del proprio cuore in modo che “non disturbi troppo”. Ma noi facciamoci “disturbare” da questo Padre buono e misericordioso, lasciamoci mettere in crisi da Lui, non permettiamo alle nostre occupazioni e preoccupazioni, anche se legittime, di spadroneggiare in noi… E Lui non ci lascerà soli!
Preghiamo:
Signore, ogni volta che l’uomo ha abbandonato la tua via, o ti ha messo da parte, si è trovato solo a scontrarsi con la propria povertà e limitatezza. Liberaci dalla superbia dell’autosufficienza spirituale e fai entrare nel nostro cuore e nella nostra mente la Parola di Gesù che continua a ripeterci “senza di me non potete fare nulla” (Gv 15,15). Amen.
Per oggi: riscopriamo nelle piccole cose la presenza dell’amore di Dio in noi. Buona giornata,
PG&PGR
Bollettino medico di PGR:
Come avete già saputo, la TAC è a posto, ma bisogna pazientare ancora qualche giorno per vedere se le medicazioni, come sembra, continuano a dare segni di miglioramento. Se tutto va come speriamo, forse dimissioni a sabato. Speriamo e preghiamo. PG