23 settembre 2020: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi tutti,

che cosa è la libertà? Ve lo siete mai chiesti? Per molti è un modo di affrontare la propria esistenza nel pieno rispetto degli altri e di se stessi, nella legalità, nell’onestà e con spirito di fratellanza. Per altri, purtroppo, è una forma mentale “bacata” che porta a dire: “faccio come me pare, come me conviene! E l’artri? Chi se ne…..”. Una frase, pronunciata da una donna, Marie-Jeanne Roland de la Platière, mentre veniva condotta alla ghigliottina, durante la rivoluzione francese, è rimasta famosa nella storia: “Libertà, quanti delitti si commettono in tuo nome!”. In effetti la libertà che Dio, fin dalla creazione, ha voluto lasciare all’uomo, è un valore che molti ancora non hanno capito e non sanno apprezzare. In una lettera Francesco di Sales scrive: “La regola generale della nostra obbedienza è: bisogna far tutto per amore e niente per forza”. E’ una delle frasi più conosciute di San Francesco di Sales, ma spesso viene dimenticata la frase finale: “Io vi lascio la libertà!” E’ il libero arbitrio che Dio ha messo nelle nostre mani chiedendoci, attraverso la testimonianza di Gesù, di farne buon uso rimettendolo nelle mani di Colui che ce lo ha donato. A questo proposito il Salesio, nel TAD, scrive:  “Teotimo, il nostro libero arbitrio non è mai così libero come quando è schiavo della volontà di Dio, come non è mai così schiavo come quando serve la nostra volontà: non ha mai tanta vita come quando muore per se stesso, e non ha mai tanta morte come quando vive per sé. Noi abbiamo la libertà di fare il bene e il male; ma scegliere il male non è usare, ma abusare di tale libertà. Rinunciamo a questa sventurata libertà, e sottomettiamo per sempre il nostro libero arbitrio al partito dell’amore celeste; rendiamoci schiavi della dilezione…E se mai la nostra anima volesse servirsi della libertà contro la nostra scelta di servire Dio eternamente e senza riserve, allora sacrifichiamo questo libero arbitrio per Dio e facciamolo morire per sé perché viva in Dio. Chi lo vorrà conservare per l’amor proprio in questo mondo, lo perderà per l’amore eterno nell’altro; e chi lo perderà per l’amore di Dio in questo mondo, lo conserverà per lo stesso amore nell’altro (cfr. Mt 10,39; Gv 12,25). Chi gli darà la libertà in questo mondo, lo avrà come servo e schiavo nell’altro, e chi l’asservirà alla croce in questo mondo, l’avrà libero nell’altro, dove, inabissato nel godimento della divina bontà, la sua libertà sarà trasformata in amore e l’amore in libertà, ma una libertà di infinita dolcezza; senza sforzo, senza sofferenza, e senza alcuna ripugnanza, ameremo immutabilmente e per sempre il Creatore e il Salvatore delle nostre anime”.

Oggi la Chiesa celebra la memoria liturgica di San Pio da Pietrelcina, esempio di umiltà e sottomissione alla volontà di Dio e…dei superiori che non sempre hanno ragione. Francesco di Sales, quattro secoli prima, aveva scritto: “Bisogna amare di più l’obbedienza che temere la disobbedienza”. E questo San Pio lo ha vissuto per tutta la sua vita.

Preghiamo con le parole della Liturgia:

Dio onnipotente ed eterno, con grazia singolare hai concesso al sacerdote san Pio di partecipare alla croce del tuo Figlio, e per mezzo del suo ministero hai rinnovato le meraviglie della tua misericordia; concedi a noi, per sua intercessione, che uniti costantemente alla passione di Cristo possiamo giungere felicemente alla gloria della risurrezione. Amen

Michel Quoist ha scritto: “Dio ti cerca nella tua libertà, lasciati trovare”. E’ questo l’augurio di oggi, buona giornata,

PG&PGR

P.S. Ieri ricorreva l’ottavo anniversario della beatificazione del nostro Fondatore P. Luigi Brisson. Chiedo umilmente scusa al mio fondatore se mi è passato di mente, ma lui comprenderà che la testa era completamente occupata da altri pensieri. Affido alla sua preghiera di intercessione P. Gianni Roberto e quanti, nelle nostre comunità, si trovano in situazioni di difficoltà.

Bollettino medico di PGR

Ieri pomeriggio sono andato a trovarlo in ospedale. Abbiamo camminato un bel po’ per i lunghi corridoi dell’Umberto I. I medici attendono i risultati di alcuni esami per poter iniziare una terapia antibiotica mirata. La ferita, comunque, medicata e pulita ogni giorno, va già meglio. Continuiamo a fare quello che già facciamo: pregare perché guarisca presto completamente e possa ritornare tra noi. PG