Carissimi tutti,
non crediamo di sbagliare nel dire che ognuno di noi ha avuto l’occasione di provare moti di collera di fronte a certe persone o a certi eventi. Come abbiamo reagito in quelle occasioni? Leggiamo negli A.S.: “Un giorno un appartenente ai Cavalieri di Malta, incollerito perché San Francesco di Sales non aveva assegnato una parrocchia ad un ecclesiastico da lui raccomandato, entrò bruscamente nella camera del Santo Vescovo e non vi furono ingiurie, minacce e rimproveri che non vomitasse contro di lui. Il santo Prelato ascoltò in silenzio. Finito lo “sproloquio” il tale uscì dalla camera, come vi era entrato, senza dar tempo al Vescovo di fargli presente neppure una sola ragione. Quelli che si trovavano col Vescovo, altamente indignati per questo fatto dicevano che bisognava prenderne giustizia, ma il Santo impose loro il silenzio e disse: “Niente affatto, anzi debbo essergli grato, per avermi tolto la pena di opporre le ragioni della giustizia alla stravaganza del suo desiderio”. Domandandogli poi suo fratello come mai la collera non si era ribellata in quella occasione, il Santo che non sapeva né fingere né mentire, dichiarò che allora, e spesso, la collera bolliva nel suo cervello come l’acqua in una pentola sul fuoco; ma per grazia di Dio, anche se dovesse morire per la violenza nel resistere a quella passione, non direbbe mai una parola in favore di essa. Il lavoro della perfezione interna consiste appunto nel soffocare le passioni e strangolarle al primo apparire.”
“Meglio imparare a vivere senza collera, che volersi servire con moderazione e saggezza della collera, e quando, a causa della nostra imperfezione e debolezza, ci coglie di sorpresa, è meglio respingerla immediatamente che voler entrare in trattative con essa. E sai perché?Per poco che tu le conceda, diventa subito padrona della piazza e fa come il serpente che, dove riesce a far passare la testa, fa passare tutto il corpo. Ma come faccio a respingerla? Dirai. Semplicissimo, ti rispondo. Al primo allarme raccogli tutte le tue forze, non con precipitazione e violenza, ma con dolcezza, tuttavia con un serio impegno. Hai notato quello che accade nelle sedute di molti senati e parlamenti? Gli uscieri che gridano: zitti! Fanno più confusione di quelli che vorrebbero far tacere. Allo stesso modo può capitarci che quando con forza vogliamo reprimere la collera, provochiamo più agitazione nel nostro cuore di quanta non ne avrebbe causata la collera; il cuore così agitato non riesce più ad essere padrone di se stesso…Non mi stancherò mai di ripeterti che l’orazione che si fa contro la collera in atto che ci sta travolgendo, deve essere fatta con dolcezza, tranquillità, non con violenza. E’ una norma generale per tutti i rimedi contro questo male”.
Il nostro Santo, il santo della dolcezza, ha imparato a sua spese ad agire in questo modo. Forse, anche se in misura minore, possiamo impararlo anche noi.
Preghiamo:
Signore, insegnaci a dominare l’ira e la collera che tante volte agitano la nostra esistenza. Concedici di saper rispondere con calma alle provocazioni che possono venire da eventi o dagli altri invocando la tua misericordia e il tuo amore. Amen
E se oggi qualcosa o qualcuno dovesse mettere a dura prova la nostra pazienza, ricordiamoci delle parole del Salesio. Buona giornata a tutti,
PG&PGR
“Bollettino medico PGR”:
Dopo la TAC di ieri, questa mattina farà la coronarografia. Tutto in preparazione all’intervento che non sappiamo ancora quando verrà effettuato. Esami clinici buoni, umore discreto. In unione di preghiera, a domani. PG