17 settembre 2020: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi tutti,

qualche giorno fa dicevamo che Francesco di Sales e suo cugino Luigi di Sales, partendo per la missione nello Chablais, portarono con sé solo il Breviario, la Sacra Bibbia e il libro delle Controversie del Bellarmino. Ma chi era quest’uomo? San Roberto Bellarmino (1542-1621), di cui oggi ricorre la memoria, nelle molteplici sfaccettature del suo agire e della sua personalità, è diventato un emblema del cattolicesimo post-tridentino: gesuita, vescovo riformatore, sostenitore della controversia con i protestanti, autore di catechismi e opere di pietà di grande successo. Tra l’altro il Bellarmino fece parte della commissione esaminatrice per l’ammissione del de Sales all’episcopato.

Per quanto le “Controversie” del Bellarmino possano essere state per Francesco un “imput”, in quelle salesiane troviamo uno spirito di vero ecumenismo che previene e anticipa quello del Concilio Vaticano II. Ma come sono nate “Le Controversie”, prima opera del de Sales?

Lasciamo la parola ad un eminente personaggio, Matteo Perrini (1925-2007), letterato, pedagogista e storico della filosofia, nonché profondo conoscitore di San Francesco di Sales.

“La storia del «come» furono scritte le Controversie, narrata dal compianto P. Ruggero Balboni nelle pagine introduttive all’opera salesiana, ha aspetti commoventi che attestano l’umile dedizione e insieme lo spirito di iniziativa del giovane prete. Le cose erano incominciate proprio male: sette uditori appena alla predica del prete cattolico, e all’uscita una fitta sassaiola. Francesco non demorde e insiste nella predicazione domenicale, ma il risultato è lo stesso. I maggiorenti confermano il divieto di ascoltare le prediche cattoliche, minacciando e ricattando quanti si azzardassero a contravvenire alla loro ordinanza. Insomma la gente o non voleva o non poteva venire nella Chiesa cattolica; occorreva pertanto cercare un’altra via per parlare sia a coloro che non rinunciavano alla fede dei padri, sia a quelli che cercavano di capire senza cedere supinamente alla pressione protestante. Di qui la decisione geniale del prete savoiardo: nel gennaio ’95 le sue prediche, tenute per i pochissimi fedeli, le scrive su fogli volanti da far circolare il più possibile tra la popolazione dello Chablais. Quei fogli accuratamente scritti e ricopiati a mano, personalmente, non avendo collaboratori di cui disporre, furono per il Sales un sovraccarico enorme di lavoro; ma sono quei fogli a formare appunto il testo delle Controversie. La diffusione dei fogli volanti ebbe, in progresso di tempo, l’effetto sperato. Nella notte di Natale del ’96 la celebrazione pubblica della messa vide per la prima volta a Thonon, il centro maggiore della zona, uno straordinario concorso di popolo. Come giudicare l’opera prima, e un’opera «controversista», di una personalità eminente come Francesco di Sales? Le Controversie da una parte costituiscono un documento storico che ci rende il colore di un’epoca; d’altra parte, però, ci confermano nella convinzione che gli autentici uomini di Dio, anche in un ambiente saturo di errori e incomprensioni (non certo attribuibili ad uno solo dei contendenti), sanno sempre aprire un varco al fuoco e alla luce del Vangelo, testimoniando la benignità del Padre e il messaggio d’amore di Gesù. Il Sales argomenta con rigore e controbatte con acume, ma non dimentica neppure un istante che il suo primo dovere è nutrire per gli avversari quell’affetto sincero e accattivante che nasce solo dall’amore. Le Controversie sono un’opera di apologetica cattolica, senza dubbio, ma in esse si percepisce il dolore per la rottura dell’unità fra i cristiani e non si tacciono i torti, le infedeltà, le incoerenze dei cattolici. L’innovazione più intelligente sta poi nel fatto che il testo-base delle riflessioni di Sales rimane, per fortuna, la Bibbia ed è su quel terreno che di preferenza si svolge la discussione: cosa certamente rara in quei tempi presso la grande maggioranza dei controversisti cattolici. Un’ultima annotazione. A proposito di Francesco di Sales, il Brémond ha parlato di «umanesimo devoto», e non a torto. Il punto di vista di Sales, infatti, è che, se i tempi sono brutti, nessun cristiano deve smarrire per questo la certezza che «Dio desidera che tutti gli uomini siano salvi e vengano a conoscenza della verità», come scrive Paolo nella prima lettera a Timoteo (2, 4). Citando ancora Paolo, il Sales ricorda che la «Chiesa esiste per il servizio dei fratelli, fin tanto che tutti ci incontreremo nell’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio» (Ef 4, 11 – 12). Il Sales, da vero erede e continuatore dell’umanesimo cristiano, avverte poi che «anche la ragione naturale può essere considerata una norma per la sicurezza del credere» nel senso che «un articolo di fede non può essere contro la ragione naturale, dato che la ragione naturale e la fede hanno la stessa fonte e provengono dallo stesso Autore». Agostino, Tommaso d’Aquino ed Erasmo da Rotterdam la pensavano allo stesso modo, convinti come erano che quanti spezzano la circolarità tra ragione e fede, per rifugiarsi nel fideismo, disumanizzano quella fede che vorrebbero esaltare, confinandola nell’assurdo. Il giovane Francesco di Sales lo aveva ben capito e ben detto fin dalla sua opera prima”.

Aggiungiamo una nota di colore: Francesco di Sales aveva una grande stima per il Bellarmino che aveva conosciuto, come detto prima, in occasione del suo esame per l’episcopato. In una sua lettera al porporato, datata 10 luglio 1610, per quanto riguarda la recita dell’Ufficio Divino e sull’impossibilità che le suore della Visitazione potessero imparare a recitarlo correttamente e specialmente in latino, scrive: “Tra tutte le donne del mondo intero non ce n’è una che pronunci la lingua latina peggio di quelle francesi fino a dar luogo ad uno spettacolo comico e scandaloso”. Questa difficoltà sarà superata solo durante il Pontificato di San Paolo VI  con l’adozione delle lingue nazionali nella Liturgia.

Preghiamo:

Signore ti preghiamo per l’unità dei cristiani. Fa’ che l’esempio del santo vescovo Francesco di Sales e di tanti altri maestri nella fede, la Chiesa ritrovi l’originaria unità voluta dal Signore Gesù suo fondatore. Amen.

Nel segno dell’unità anche nelle nostre comunità, buona giornata,

PG&PGR

P.S. Auguri a tutti i Roberto, vicini e lontani, che conosciamo.

Informazioni su PGR
Una notte un po’ dolorante, ma non troppo. D’altronde non gli hanno tolto un callo…! Oggi primo giorno a casa con terapia “fai da te” (dettata dai medici, evidentemente). Ha camminato nel corridoio della canonica (27 metri!) percorrendo in totale circa 350 metri e salito e sceso un paio di volte 10 gradini della scala interna. La pressione è ancora un po’ bassa, ma questo credo che sia nella norma. Una raccomandazione: molti chiedono di potergli telefonare. Grazie per questo segno di vicinanza, ma parlare lo affatica ancora un po’ e dunque vi chiederei, per il momento di evitare di farlo. Vi terrò informati e continuiamo a pregare. PG