14 agosto 2020: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi tutti,

TERZA PARTE

6 giugno 1611: le prime tre professioni religiose nelle mani del Vescovo di Ginevra Monsignor de Sales. Intanto altre giovani e altre donne bussavano alle porte della “Galerie” per chiedere di essere accolte e tra queste, come abbiamo già detto, anche persone di salute fragile: a nessuna deve essere preclusa la vita religiosa. Ma la casa comincia ad essere insufficiente per accogliere tutte le suore: un nuovo monastero viene costruito all’interno della città di Annecy, presso i bastioni. Le Visitandine iniziano un esercizio di carità a favore dei poveri e dei malati della città: a turno due di loro escono dal convento e si recano dove la miseria è più grande: puliscono alcuni tuguri, portano del cibo a chi ne ha bisogno, insegnano alle mamme ad avere cura dei piccoli, lavano i malati, pregano con i morenti, a tutti offrono una parola di conforto. Presto di diffonde, anche fuori della Savoia, la notizia di questa nuova famiglia religiosa che alterna la preghiera e la vita del convento a interventi di carità sul territorio.

Nel 1615 viene chiesto a Francesco di fondare un nuovo convento della Visitazione a Lione: significava “andare all’estero”, in Francia, fuori dei confini del ducato di Savoia. Entro l’anno il convento, sotto la guida di Madre Giacomina Favre, è pronto. Ma l’arcivescovo di Lione (lo abbiamo già detto qualche giorno fa), si mostra stupito nel vedere queste suore uscire dal convento per compiere atti di carità. Fino ad allora tutte le suore emettevano voti “solenni” e vivevano in stretta clausura. E queste? I loro voti erano “semplici” e la clausura praticamente assente. Ne parla a lungo con Francesco di Sales e la cosa va a finire a Roma che, nel 1618, emette un decreto in base al quale la Visitazione viene eretta in “Ordine” con voti solenni e clausura papale! Tutto quello che Francesco riesce a salvare è il nome: “Visitazione di Santa Maria” e il permesso di accogliere donne che vogliono fare un ritiro.

Ma le Visitandine non rinunciano a praticare la carità verso il prossimo che resterà sempre il cuore della vita del monastero sia come stile di rapporto tra le suore, sia come impegno verso chi è nel bisogno. Il seme di una vita religiosa “nuova”, capace di conciliare preghiera e clausura con vita di carità fuori del monastero, è gettato e non tarderà a portare frutti abbondanti: come già sappiamo quello che non riesce al Vescovo de Sales riuscirà, pochi anni più tardi, al suo grande amico Vincenzo de’ Paoli con le “Figlie della Carità”. Nonostante questa limitazione, per la dedizione e la generosità della Madre de Chantal, unita alla sua capacità che oggi chiameremmo “imprenditoriale” (tosta ‘sta donna!), i monasteri della Visitazione si moltiplicano in modo prodigioso: dal 1611 al 1622 (anno della morte di Francesco) le fondazioni sono tredici…Alla morte di Giovanna, nel 1641, i monasteri saranno ottantasette con una media di oltre tre fondazioni all’anno.

Fondare un monastero non era una cosa semplice: bisognava cercare, costruire o riadattare un struttura in modo da trasformarla in monastero, poi individuare una brava Superiora che garantisse fedeltà allo spirito delle origini, quindi le suore da farvi entrare. Non ultimo il problema economico, perché ogni monastero, per regola, doveva essere autonomo nella gestione e nella conduzione delle proprie attività.

Se si pensa ai mezzi di trasporto dell’epoca (cavallo o carrozza) e di comunicazione (solo per lettera), si rimane impressionati dalle migliaia di chilometri percorsi ogni anno per visitare le comunità delle Visitandine (da Parigi a Torino) e per fondarne di nuove e questo da parte di una donna dalla salute non eccellente, che per malattia era già arrivata varie volte in punto di morte.

(continua)

Preghiamo:

Signore, tu hai dato a tante donne e tanti uomini la forza del Tuo Spirito per dare vita a nuove forme di apostolato; concedi anche a noi  lo stesso Spirito per non scoraggiarci di fronte alle difficoltà e agli insuccessi e perseverare confidando nel tuo aiuto. Amen

Se oggi ci imbatteremo in qualche piccola difficoltà, affrontiamola con pazienza;  un caro saluto a tutti,

PG&PGR

N.B. Domani celebreremo la Solennità dell’Assunzione di Maria al Cielo. Non ce ne vogliate se anche noi ci prendiamo un giorno di pausa facendo riposare le membra e, soprattutto, gli occhi. Buona festa a tutti sotto la protezione della nostra comune Mamma Celeste. A Lunedì