Carissimi tutti,
in tanti anni di sacerdozio non si contano le volte che, in diverse occasioni, abbiamo ripetuto che il Signore, per unirci a Lui, ci offre delle strade preferenziali…delle autostrade: la lettura e la meditazione della Sua Parola, la preghiera e la frequenza ai Sacramenti. La Parola ci mette in ascolto, la preghiera diventa dialogo, i sacramenti ci aprono alla comunione piena con Lui. In modo particolare Francesco di Sales, nei “Trattenimenti”, parlando alle suore della Visitazione, si sofferma su due Sacramenti, la Penitenza e l’Eucarestia e sul come prepararsi a riceverli. Non possiamo certo sottacere che oggi, la grande maggioranza dei penitenti (che sono sempre meno…!) si accosta a questo sacramento con molta, passateci il termine, “leggerezza”…Vede il confessionale libero, valuta più o meno quanto tempo è passato dall’ultima confessione e va… Elenca, in modo veloce, quelli che crede siano i suoi peccati, ascolta il “predicozzo” del confessore e se ne torna al suo posto pensando “Bhe, mo per quarche mese sto a posto!” Ancora più superficiale è il modo in cui si va a ricevere l’Eucarestia: quanto tempo è che nun me confesso? Ma daje, nun ho arubbato, nun ho ammazzato nisuno, quarche imprecazione, quarche giudizio, ho sartato quarche messa…Vabbè, tanto er Padre Eterno ste cose già le sa…e poi visto che ce vanno in tanti, ce vado pur’io sinnò chissà che penseno… No, vi assicuriamo che non sono esagerazioni; questo, purtroppo, è il modo di tanti fratelli e sorelle di vivere la vita sacramentale. Francesco di Sales ci mette in guardia da questo comportamento “leggero” e tra le altre cose parla di tre atteggiamenti necessari per accostarsi a questi sacramenti: la pienezza di intenzione, l’attenzione e l’umiltà. Dice: “La pienezza d’intenzione è una cosa assolutamente necessaria, non solo per ricevere i Sacramenti, ma anche in tutto quello che facciamo. L’intenzione è pura quando riceviamo i Sacramenti esclusivamente per unirci a Dio, senza nessuna mescolanza di nostro interesse personale”. Ad esempio: mi confesso perché ho un peso sulla coscienza…ricevo la comunione perché quella tal cosa vada a buon fine, ecc. Continua: “Il secondo atteggiamento è l’attenzione. Certamente dovremmo accostarci ai Sacramenti con molta attenzione, sia per la grandezza dell’azione, come per ciò che ogni Sacramento richiede…accostandoci alla Confessione, dobbiamo portarvi un cuore amorosamente doloroso; e alla santa Comunione occorre portare un cuore ardentemente innamorato…non fermarci volontariamente sopra alle distrazioni”. Quante distrazioni soprattutto quando ci mettiamo in fila per ricevere l’Eucarestia e quante, una volta tornati al proprio posto…Prosegue il Salesio. “Il terzo atteggiamento è l’umiltà che è la virtù necessaria per ricevere abbondantmente le grazie che scorrono per i canali dei Sacramenti, perché le acque (cioè i doni di Dio, ndr) hanno l’abitudine di scendere più velocemente e più abbondante quando i canali sono in discesa”.
Terminati i giorni del block down, quando ci è stato concesso di poter celebrare nuovamente l’Eucarestia col popolo, dicevamo tra noi: “Prepariamoci ad un tour-de-force al confessionale”… Ma è rimasta solo una nostra preoccupazione…
Allora, la prossima volta che ci accosteremo a questi Sacramenti ripensiamo a quanto il nostro Santo ci suggerisce. Senz’altro ne proveremo un maggior beneficio spirituale.
Preghiamo:
Signore, Tu hai voluto lasciarci, come segno permanente della Tua presenza tra noi, i Sacramenti e in modo particolare quello del Perdono e quello della Tua presenza reale nell’Eucarestia. Insegnaci a viverli e riceverli con pienezza perché ci siano di sostegno nel cammino della nostra vita di fede. Amen.
Augurandovi una rinnovata riscoperta della vita sacramentale, buona giornata,
PG&PGR