Carissimi tutti,
Francesco di Sales, in una Esortazione sulla “comunità”, tira “in ballo” San Tommaso Apostolo di cui oggi ricorre la festa liturgica. E’ l’uomo “incredulo” che diventa colui che per primo afferma la divinità del Cristo. Che strano accostamento! Ma vedremo che nel pensiero del Salesio, non è poi così strano. Nell’omelia “on line” della seconda domenica di Pasqua, in pieno lockdown, dicevamo che “Tommaso è un uomo con la testa sul collo e i piedi per terra e non è il tipo che si lascia andare a facili entusiasmi”. Ma il Nostro, parlando della prima apparizione del Risorto quando Tommaso è assente, lo dobbiamo ammettere, è un po’ severo e gli rimprovera, seppur benevolmente, di “essersi allontanato, senza un urgente motivo, dalla compagnia degli altri Apostoli – in quella sera del primo giorno dopo il sabato – e quella passeggiata o allontanamento gli costò cara. Lasciò la comunità, e perciò rischiò di perdersi; ma gli venne in aiuto la bontà misericordiosa del suo Maestro. Mentre era assente, Nostro Signore apparve agli altri Apostoli; e lui avendo saputo da loro di tutte le grazie che avevano ricevuto, disse che non avrebbe creduto se non lo avesse visto e non avesse messo le sue dita nei fori delle piaghe e non avesse messo la mano nella ferita del suo costato”. Quell’apparizione rinfranca il cuore degli Apostoli e dona loro una nuova speranza affievolita dopo gli eventi della passione. Povero Tommaso, dopo aver seguito Gesù per quasi tre anni, quella sua assenza in un momento così esaltante per gli altri, lo priva momentaneamente di questa gioia. Continua il de Sales: “San Tommaso non ricevette quella grazia se non dopo essere tornato nell’assemblea degli altri Apostoli. Se noi non viviamo in pace e in unione gli uni con gli altri, non dobbiamo aspettarci di ricevere la grazia di vedere Nostro Signore risuscitato”. Come vedete l’accostamento di cui parlavamo all’inizio, ora appare più chiaro e il Salesio, prendendo spunto da quell’episodio evangelico fa “scivolare” la sua riflessione sull’importanza dell’unità tra i discepoli del Signore (anche quelli di oggi) e la forza della comunità lontano dalla quale ci si può sentire persi.
Nei quasi sessanta giorni di “lockdown”, tante volte ci siamo trovati a constatare quanto la comunità parrocchiale fosse importante nella nostra vita di fede e quanto questa ci mancasse. Eravamo convinti che a partire da domenica 24 maggio, primo giorno festivo dopo la fine dell’isolamento forzato, anche se con numeri ridotti dalle norme vigenti, le nostre assemblee liturgiche avrebbero ripreso vita…, ma qualcosa non ha funzionato e molti fratelli e sorelle sembrano aver smarrito la via,…come Tommaso…! Il Signore li aiuti a ritrovare presto la via che porta alla comunità.
Preghiamo:
Signore, dove sono tanti nostri fratelli e sorelle? Li aspettavamo con trepidazione, felici di poterli rivedere, di poterli, anche se a distanza, riabbracciare, di scambiare due parole di incoraggiamento e, soprattutto, di poter ringraziare insieme il Signore e celebrare nuovamente con loro l’Eucarestia. Signore, tutto questo tarda a venire e per questo ti chiediamo di ridare a tutti la volontà di risvegliare il senso della comunità e far nuovamente sentire la necessità di trovarsi insieme per celebrare il mistero del Tuo amore. Amen.
Scusate questa vena di tristezza e…..buona giornata,
PG&PGR