Carissimi tutti,
oggi la Chiesa celebra la festa di San Giacomo apostolo, detto il Maggiore, fratello di Giovanni, da non confondersi con l’altro Giacomo, figlio di Alfeo, anch’egli apostolo ma detto il Minore. Come Giovanni e i suoi soci, Pietro e Andrea, era pescatore e conduceva una vita relativamente tranquilla…ma un giorno, questa “tranquillità” viene stravolta dall’incontro con Gesù che, insieme a suo fratello e ai “soci”, li chiama alla sua sequela. Lasciano tutto e seguono il Maestro, portandosi dietro la loro personalità, il loro carattere, i loro difetti. Da ciò che leggiamo i due “figli di Zebedeo”, Giacomo e Giovanni, dovevano avere un carattere abbastanza “focoso” tanto da essere soprannominati “boanerges” cioè figli del tuono. Nel vangelo di Luca troviamo l’origine di questo soprannome: Gesù, con i suoi discepoli sta attraversando la Samaria, i cui abitanti erano considerati dai Giudei come scismatici; quando i samaritani vengono a sapere che Gesù con i suoi sono diretti a Gerusalemme, si rifiutano di dare loro ospitalità. Figuriamoci la reazione dei due fratelli Giacomo e Giovanni: “Signore vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?” (Lc 9,54-56). E per questo si presero da Gesù un solenne rimprovero. Citando un passo dell’Antico Testamento (2 Re 1,10-12) nel quale si narra che il profeta Elia eliminò i suoi avversari facendo piovere il fuoco dal cielo, il Salesio nel TAD commenta: “San Giovanni e San Giacomo che volevano imitare Elia furono ripresi da Nostro Signore, che fece loro capire che il suo spirito e il suo zelo erano dolci, bonari e amichevoli e si servivano dell’indignazione e del corruccio solo raramente quando non rimaneva altra speranza per ottenere un risultato”. L’ira, lo sdegno, la collera, anche se dettati da legittimo risentimento, non portano mai a nulla di buono. La mente, a questo punto, potrebbe volare immediatamente alla reazione violenta di Gesù nel Tempio di Gerusalemme nei confronti di coloro che avevano trasformato l’atrio del sacro luogo in “mercato” (Cfr. Mt 21,12-13). Spiega il Salesio sempre nel TAD: “Un’ira ispirata ed esercitata per opera dello Spirito Santo, non è più ira dell’uomo, mentre è proprio l’ira dell’uomo che bisogna fuggire, giacché, come detto nella lettera di Giacomo (1,20 – è un altro Giacomo), essa non attua la giustizia di Dio”. Dopo l’Ascensione di Gesù al cielo, un’antica tradizione risalente ad Isidoro di Siviglia (VI sec.), narra che Giacomo si recò in Spagna per evangelizzare quei popoli. Al suo rientro in Giudea, dove Erode Agrippa I aveva scatenato una feroce persecuzione contro la Chiesa, Giacomo fu ucciso di spada, come narra il libro degli “Atti” (12,2), primo martire tra gli Apostoli.
Preghiamo:
Signore concedimi la grazia di respirare a fondo, di trattenere le mie esplosioni, di raffreddare la mente ed imparare ad aspettare con autocontrollo, finché l’esasperazione diminuisca ed io possa riflettere con serenità. Amen (R. Manzotti)
Con l’augurio di essere non “figli del tuono”, ma “figli della dolcezza del Salesio”, buona giornata,
PG&PGR