Carissimi tutti,
ma chi li capisce sti preti? E tutti quei segni strani fatti di spalle? E quella lingua strana che usano? Poi mangiano, bevono e a noi danno solo una specie di tartina sciapa e rotonda e ci dicono che lì dentro c’è Gesù Cristo… Di questi discorsi ancora se ne sentono tanti purtroppo! Ma sono il retaggio, non possiamo negarlo, di un modo “nascosto” di celebrare i misteri di Dio, primo fra tutti l’Eucarestia, antecedente alla riforma liturgica voluta dal Concilio. Francesco di Sales, precorrendo i tempi, più volte ha fatto delle vere e proprie catechesi per istruire il popolo di Dio e renderlo più partecipe di ciò che il sacerdote, a nome di tutti, compie sull’altare. In una lettera scrive. “La nostra carne mortale, di cui si rivestì il Divino Redentore, non è che polvere e cenere, ma per l’unione con la Divinità in Lui, è divenuta tanto eccellente, pura e santa, che i cieli e il sole sono fango in suo confronto. Così l’ostia della Santa Comunione appare tale quale è stata composta per dare a noi modo di prenderla e cibarcene…Mi Dio! Quale felicità nel pensare che il nostro cuore, aspettando di essere unito con Dio nel Cielo, si unisce in terra tanto meravigliosamente a Lui in questo celeste Mistero! (OEA,XV)
Certo, quello dell’Eucarestia è un mistero umanamente inspiegabile che unisce intimamente il Salvatore a coloro che la ricevono con fede, così come appartengono al mistero di Dio tutti gli atti che la Chiesa compie in suo nome; è lo Spirito che opera in essi e li rende reali ed efficaci per i fedeli. Ma non per tutti questa verità è…Verità. Nella raccolta A.S. si racconta che proprio il 17 luglio 1795, mentre era ancora missionario nella regione dello Chablais, nella città di Thonon, Francesco di Sales tenne una catechesi su questo argomento e molti calvinisti rimasero profondamente commossi dalle sue parole. I “Ministri” calvinisti, preoccupati da ciò che i discorsi del missionario provocavano nel cuore della gente, cominciarono ad accusarlo di stregoneria e qualcuno, giurando il falso, disse di averlo visto, addirittura, partecipare ad un “sabba” di stregoni. Cominciò dunque a farsi strada l’idea di mettere al rogo quel predicatore che, spacciandosi per missionario, altro non era che un emissario del demonio. Alcuni figli spirituali del Santo lo misero al corrente del fatto, ma egli, dopo aver sorriso di questo si fece il segno della croce dicendo: “Ecco tutto il mio segno…tutti i miei incantesimi…Munito di questo sacro segno non temo nulla di tutto quello che gli uomini potrebbero farmi…Se i Ministri hanno voglia di fare qualche cosa di meraviglioso, vengano a me, che insegnerò loro l’uso e il merito della santa Croce di Gesù Cristo” (A.S.,VII).
No, i segni della fede non hanno nulla di spettacolare, di fantasioso e tanto meno di magico. Sono i segni che Gesù ci ha lasciato per significare la sua presenza tra noi, certamente misteriosa, ma allo stesso modo reale e che alimenta, rafforza e accresce la nostra fede.
Preghiamo:
Signore, che sei un Dio amorosamente misterioso, apri il nostro cuore e la nostra mente per meglio accogliere il senso della tua presenza tra noi che si manifesta attraverso i segni sacramentali e attraverso ogni fratello e sorella che incontriamo nella nostra vita. Amen
Con l’augurio di avvertire oggi la presenza misteriosa di Dio accanto a noi, un saluto,
PG&PGR