Carissimi tutti, vicini e lontani (vi mancava eh…J),
“Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza”(Mt 11,25-26). Erano i primi due versetti del Vangelo di domenica 5 luglio, XIV del Tempo Ordinario, ricordate? Ad una prima lettura sembra che il Signore abbia voluto fare una sorta di discriminazione rivelando “le sue cose” solo ad un numero ristretto di persone, i piccoli, escludendo gli altri, soprattutto i “sapienti e i dotti”. Evidentemente non era intenzione di Gesù escludere qualcuno intendendo con quel termine “piccoli” tutti coloro che riconoscono la loro piccolezza e umiltà di fronte a Dio e Francesco di Sales, vescovo e dottore della Chiesa, ne è un esempio. A chi gli chiedeva come imparare ad essere umile e semplice rispondeva: “Abbiate pazienza e camminate a piccoli passi, fino a tanto che non avrete gambe per correre o ali per volare”. (Lettere, OEA XIX) Insieme a Sant’Agostino, San Bernardo ed altri, San Bonaventura da Bagnoregio, di cui oggi ricorre la memoria liturgica, era uno dei suoi autori preferiti e nel TAD racconta un episodio della vita di questo santo frate francescano divenuto poi vescovo e cardinale. Un umile frate disse un giorno a Bonaventura divenuto priore del convento francescano di Orvieto: “Come siete felici voi dotti, perché conoscete tante cose con le quali lodare Dio! Mentre noi, ignoranti, che cosa possiamo fare? San Bonaventura rispose: “Basta la grazia per poter amare Dio…quanto un dottore in teologia”. Nella lettera citata prima Francesco aggiunge: “Contentatevi per ora di essere una piccola ape da cella e presto diverrete ape da miele. Umiliatevi amorosamente innanzi a Dio e innanzi agli uomini, perché Dio parla a chi tiene le orecchie dimesse”. In un altro passo del TAD, citando “Le Confessioni” di Sant’Agostino, dice: “Gli ignoranti rapiscono il cielo” e aggiunge “molti dotti si inabissano nell’inferno”. Tanti sono gli esempi che il Salesio porta a questo proposito: Ne citiamo uno per tutti: “Chi amò di più Dio? Il teologo Guglielmo di Occam o Santa Caterina da Genova? Il primo chiamato ‘il più sottile dei mortali’, l’altra praticamente analfabeta; l’uno, attraverso la scienza e la speculazione filosofica è rimasto lontano dalla perfezione, l’altra, attraverso la sua umiltà, il farsi piccola, ha fatto veramente la grande esperienza di Dio nella sua vita.” L’Occam, in seguito ad alcune sue tesi fu poi scomunicato.
Evidentemente tutto questo discorso non vuole incitare all’ignoranza in generale, tanto meno a quella della “scienza divina”. E’ semplicemente l’invito che ancora oggi il Signore Gesù rivolge a tutti noi: accostarci a Dio col cuore semplice di chi vuole imparare ad amarlo veramente.
Preghiamo con le parole della Liturgia:
O Dio, che ti riveli ai piccoli e doni ai miti l’eredità del tuo regno, rendici poveri, liberi ed esultanti, a imitazione del Cristo tuo Figlio, per portare con lui il giogo soave della croce e annunciare agli uomini la gioia che viene da te. Amen
Facciamoci dunque piccoli di fronte a Dio e buona giornata a tutti.
PG&PGR