11 luglio 2020: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi tutti,

oggi la Chiesa Universale e quella dell’Europa cattolica in particolare, celebra la festa di San Benedetto Abate. Benedetto, nasce a Norcia intorno al 480 d.C., da una famiglia benestante. Dopo la morte della madre, insieme alla sorella Scolastica (che diverrà anch’essa santa), è inviato a Roma per compiere gli studi. Ha solo dodici anni, ma si rende ben presto conto dell’ambiente dissoluto della città. Vi resiste qualche tempo, ma verso i diciassette anni, dopo aver rinunciato ai beni paterni, si ritira nella zona di Subiaco, sulle pendici del Monte Taleo, dove oggi sorge il Monastero del “Sacro Speco”, e lì vive come eremita. Ben presto attorno a lui cominciano ad affluire, numerosi, i primi discepoli e. dopo varie vicissitudini, verso il 525, con i suoi seguaci, si ritira sul colle che sovrasta la città di Cassino, dove fonda il famoso Monastero e scrive la “Regola” che ancora oggi i monaci benedettini osservano. Il famoso motto “Ora et labora” (prega e lavora) è la sintesi di questa regola che impone al monaco una vita di preghiera, secondo l’insegnamento del Signore (Lc 18,1), e di lavoro, secondo le indicazioni di San Paolo (2 Tess 3,10). Benedetto, considerato il padre del monachesimo occidentale, muore a Cassino il 21 marzo 547.

Francesco di Sales, pur chiamandosi figlio di San Benedetto in quanto affiliato all’Ordine benedettino dell’Abbazia di Cluny, stranamente nelle sue opere, nomina, direttamente, una sola volta, nelle Esortazioni, il santo monaco, mentre parla spessissimo, anche se in modo indiretto, della sua Regola, sottolineando l’importanza della preghiera e del lavoro. Il passo che riportiamo è una citazione che lo stesso Francesco attinge dalla “Vita di San Benedetto” scritta dal papa San Gregorio Magno, benedettino. In esso, parlando dell’umiltà, si fa menzione di un monaco che, provenendo da un nobile casato, trovava grande difficoltà a svolgere servizi umili soprattutto nei confronti dei confratelli provenienti da condizioni sociali inferiori. San Benedetto, leggendo nel cuore del monaco, lo rimproverò dolcemente e questi, riconoscendo la sua mancanza di umiltà, cambiò il suo comportamento. Nella stessa Esortazione Francesco non si fa sfuggire l’occasione per raccomandare, non solo ai religiosi e le religiose, ma a tutti coloro che desiderano vivere un cristianesimo autentico, di “contrastare gli affetti e le inclinazioni per far regnare la grazia; insomma spogliarsi dell’uomo vecchio per rivestirsi del nuovo” (Cfr. Rom 6,6). E, conclude il de Sales: “Questo non avviene senza sofferenza”. Quanto era saggio quest’uomo!

Preghiamo:

Signore, attraverso San Benedetto, con la preghiera e il lavoro, tu insegni all’uomo il modo di cercarti con cuore puro e costruire la città della pace. Infondi lo Spirito che animò il santo Patrono d’Europa su tutti coloro che hanno a cuore la pace, la fratellanza e la promozione umana di tutti i popoli. Amen.

Facendo nostro il motto “Ora et labora”, buona giornata a tutti,

PG&PGR