24 giugno 2020: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi tutti,

celebriamo oggi la festa (liturgicamente è Solennità) della natività di San Giovanni Battista, patrono principale di tante città italiane, tra le quali Torino (ma li faranno i fuochi stasera?). Inoltre, a lui e al suo omonimo Evangelista è dedicata la Cattedrale di Roma, San Giovanni in Laterano, Madre di tutte le Chiese. E’ l’unico santo di cui, oltre a celebrare il giorno della “nascita al cielo” (29 agosto), si celebra anche quello della nascita naturale e Gesù stesso lo definisce “il più grande tra i nati di donna”(Mt 11,11; Lc 7,28). Francesco di Sales lo cita spesso: pensate che, solo nelle “Esortazioni” viene menzionato tredici volte e quasi tutte nel periodo di Avvento. Come sappiamo, in questo tempo liturgico di attesa e di preparazione, ancora oggi, la liturgia domenicale dedica almeno due domeniche alla sua figura e alla sua predicazione. Quello che più colpisce di quest’uomo “fuori degli schemi”, che vive in zone deserte, si veste in modo inusuale e si nutre di cavallette e miele selvatico, oltre all’amore per la verità che lo porterà al martirio, è la virtù dell’umiltà. Il Vangelo ci narra che il Precursore viene scambiato, dai suoi contemporanei, per il Messia atteso da secoli. Dice il Salesio: “Il glorioso San Giovanni offrì sufficientemente e in modo eccellente, prove e testimonianze della propria umiltà, allorché gli fu chiesto se fosse il Cristo, Elia o un profeta. Egli rispose ‘non lo sono’.  Riportando il testo dell’evangelista Giovanni (1,19-23), aggiunge: “Siccome quelli che erano venuti da lui insistevano perché dicesse chi era, per farlo sapere a quelli che li avevano inviati, rispose di essere semplicemente ‘la voce di colui che grida nel deserto ‘spianate la via del Signore’. Come se avesse detto: ‘Volete sapere chi sono? Non sono che la voce di colui che grida nel deserto, ossia non sono colui che grida, ma soltanto la voce di colui che grida. Non era San Giovanni che gridava, ma solo Nostro Signore per bocca di San Giovanni”. E in effetti il vero annuncio dell’avvento del Regno di Dio è proprio del Messia, Gesù. Sarebbe stato molto facile, per il Battista, farsi scambiare per il Messia: il popolo pendeva dalle sue labbra, i “potenti” attendevano da lui delle risposte, i peccatori accorrevano al suo battesimo confessando i loro peccati, ecc. Quale migliore occasione per accrescere la sua fama? Ma avrebbe tradito i limiti della sua vera missione di Precursore e testimone. Il Salesio approfondisce questo concetto: “La Divina Parola scende in un cuore in due modi: il primo, quando Nostro Signore parla per istruirlo ed insegnargli ciò che appartiene alla sua volontà e al suo beneplacito, facendogli conoscere ciò che deve fare circa la propria condotta e circa le cose che lo riguardano personalmente. La seconda, quando scende in un cuore, non soltanto per esso, ma anche perché la porti e la trasmetta ad altri, per comunicare loro ciò che viene dalla divina volontà”. Nel pensiero salesiano, dunque, Giovanni, oltre ad essere il Precursore è anche colui che offre un esempio di apostolato: accogliere la Parola di Dio e portarla, con le parole e le opere, agli altri, senza mai mancare di umiltà. Lui stesso, verso la fine della sua missione, dirà ai suoi discepoli invitandoli a seguire Gesù: «Egli deve crescere, io diminuire (Gv 3,30)». Giovanni coronerà col martirio la sua missione terrena, nella solitudine di una cella, per ordine di Erode Antipa istigato dalla sua concubina Erodiade,

Preghiamo:

Signore, nel nostro patrono San Giovanni Battista ci offri un esempio di umiltà e di servizio alla tua Parola. Dacci la volontà di essere anche noi “profeti” umili e obbedienti per poter annunciare la tua continua venuta tra di noi. Amen.

A tutti, con l’augurio di una crescente umiltà, buona giornata e buona festa,

PG&PGR

P.S. Auguri di buon onomastico a tutti/e coloro che portano questo nome…anche a noi.