Carissimi tutti,
nel terzo capitolo del Libro terzo del TAD (Trattato dell’Amor di Dio, per chi lo avesse dimenticato), per mostrare al lettore quanto il Signore sia paziente e attento alle imperfezioni dei suoi figli e intervenga col Suo Spirito per correggerle, Francesco di Sales inventa una sorta di “parabola” nella quale narra di un grande e buon re che aveva preso in moglie una giovane principessa. Ma un giorno, mentre nella loro stanza si stanno scambiando delle tenerezze, per un improvviso malore la giovane cade svenuta ai piedi del marito. In un primo momento il re, temendo per la vita della sua amata, rimane come stordito e impotente, ma subito dopo rientra in sé e l’amore vince la paura. Con un po’ di fatica riesce a farle bere un “cordiale” e con alcune manovre e massaggi da “primo soccorso”, riesce a rianimarla. Tenta di farla mettere seduta e poi in piedi, ma la poveretta, per poterlo fare, ha bisogno di tutto l’aiuto del suo sposo. Dopo alcuni minuti le ritornano le forze tanto da riuscire a stare in posizione eretta da sola. Sente però il bisogno, per maggior sicurezza, che lui le tenga la mano e la cinga col suo braccio.
Non crediamo sia difficile capire questa allegoria: lo sposo, il buon re, è il Signore; la giovane sposa, siamo noi; le nostre mancanze, i nostri peccati sono rappresentati dal malore improvviso; il “cordiale” è il sacramento del perdono che ci risona la salute spirituale. Ma ascoltiamo direttamente il testo: “L’anima, una volta completamente ristabilita in salute dalla carità, l’ottimo rimedio che lo Spirito Santo le pone nel cuore, può camminare e sostenersi sulle sue gambe da sola, ma solo in virtù di quella salute e del salutare rimedio del santo amore”. Quando ci allontaniamo dalla strada del Signore e diamo retta solo a noi stessi, quando ci sentiamo autosufficienti, rischiamo di perdere di vista il vero bene. Abbiamo dunque bisogno del perdono del Signore, la sola medicina capace di “rimetterci in salute” per poter continuare il nostro cammino. Il de Sales continua: “Sia che lo Spirito Santo ci fortifichi, sia che ci sostenga con la carità che vi infonde, sia che ci soccorra con la sua assistenza, sollevandoci e portandoci, oppure ancora che rinforzi i nostri cuori, infondendo in essi l’amore che dà forza e vita, è sempre Lui e per Lui che viviamo, che camminiamo, che operiamo”.
Perciò, quando risollevati dalle nostre cadute riprendiamo a vivere nella grazia di Dio, dobbiamo vincere la presunzione di “farcela da soli”. Egli è sempre pronto a sostenerci con quella mano tesa nella quale possiamo sempre confidare e che si chiama “misericordia”.
Preghiamo: Signore, quante volte cadiamo nel nostro cammino, ma tu sei sempre lì, pronto a tendere la tua mano e a dirci “Rialzati e continua a camminare…Io ti sarò vicino e se cadrai di nuovo ti aiuterò a risollevarti, senza stancarmi di farlo”. Signore, , grazie per la tua bontà, la tua misericordia, la tua pazienza. Amen.
Nell’augurio di essere pronti ad aggrapparci a quella mano sempre tesa, buona giornata,
PG&PGR