Carissimi tutti, vicini e lontani,
tra il brano di ieri e quello odierno mancano dieci versetti che riassumiamo in poche parole. Il discorso di Paolo continua sulla “falsa riga” di quello di Pietro col riferimento alle promesse fatte a Divide che si realizzano in Gesù di Nazaret che Dio ha risuscitato dai morti con un riferimento alle parole del profeta Abacuc (1,5). L’uditorio rimane colpito da queste parole e il “duo” Paolo-Barnaba è invitato a continuare il discorso nel sabato successivo. E’ quello che abbiamo letto oggi (Atti 13,44-52). E dopo una settimana molta gente si raduna per ascoltare le parole dei due discepoli, ma questo alli Giudii je rimane sullo stommico e je va pe’ traverso tanto che iniziano a contraddire le loro parole bestemmiando. A questo punto il ministero di Paolo ha una svolta decisiva e prende un’altra direzione, quella che lo Spirito aveva preparato per loro. Egli, citando le parole del profeta Isaia (49,6) annuncia che, d’ora in poi, la loro predicazione sarà rivolta ai pagani capaci di accettare le loro parole ed abbracciare la fede (v.48). Il versetto 46 ci rivela il motivo di questa scelta: il popolo d’Israele è il primo destinatario del disegno di salvezza di Dio, ma lo respinge e «…non vi giudicate degni della vita eterna…», dice apertamente Paolo. Neanche a dirlo questo successo con i pagani suscita, come era prevedibile, la reazione dei “benpensanti” di alto rango e i due vengono cacciati dalla città.
Essere degni della vita eterna…! Questo è un punto fondamentale della nostra fede. Chi, tra noi, può dichiararsi degno della vita eterna? Non sarebbe un grande peccato di superbia? Certamente se noi confidassimo solo su noi stessi e le nostre forze. Ma è il mistero della morte e risurrezione di Gesù che ci rendono tali. Egli, col suo passaggio dalla morte alla vita e col dono dello Spirito Santo ci ha acquistato questa dignità.
PREGHIAMO:
Signore Gesù, Tu non consideri la nostra piccolezza come un impedimento per farci dono della dignità filiale ed essere co-eredi della vita eterna. Aumenta la nostra fede nel combattimento contro il male, ogni male, che circonda e minaccia l’uomo. Fa’ che, anche di fronte alle difficoltà del momento presente, la nostra speranza non venga meno e alimenti, in tutti noi, l’amore verso i fratelli. Amen.
Vogliamo sottolineare che l’apertura alle celebrazioni con la presenza di pochi fedeli (max 15) è riferita solo alle esequie. Per quanto riguarda le celebrazioni domenicali (e feriali) dobbiamo pazientare ancora un po’. Non perdiamoci di coraggio: il Signore, comunque, non ci abbandona e ci offre altri modi per sentirci in comunione con lui e le nostre comunità. Dunque a domani per la celebrazione dell’Eucarestia…da casa.
A tutti l’augurio di una felice giornata nella speranza,
PG&PGR