Carissimi tutti, vicini e lontani,
la vita della Chiesa del primo secolo era certamente caratterizzata, come abbiamo visto in altri passi, dalla preghiera, dalla “frazione del pane” e, con qualche piccola “defaillance”, dovuta alla debolezza umana, dalla comunione fraterna. Ma questa unione di intenti non si esaurisce in questi termini. Dal passo che oggi abbiamo letto (Atti 18,23-28) ci rendiamo conto che anche i “laici”, qui rappresentati da Priscilla e Aquila (qui la donna precede l’uomo!), si fanno carico della “Catechesi” (istruzione). Vediamo come. Paolo è un treno, non si ferma mai: va, viene, riparte, ritorna, ora via terra, ora per mare, verso est, verso ovest, ovunque ci sia bisogno di confermare la fede dei discepoli, soprattutto di quelli divenuti tali provenendo dal paganesimo. Priscilla e Aquila si erano fermati ad Efeso e qui appare sulla scena un nuovo personaggio: un discepolo di nome Apollo (senz’altro di origine greca) che si mette ad insegnare “ciò che si riferiva a Gesù” (v.25) e che, probabilmente aveva appreso da qualche discepolo del Battista. Infatti, la sua conoscenza del Cristo, e dunque la sua predicazione, per quanto fatta con entusiasmo, si ferma al battesimo di Giovanni ed è limitata. Rendendosi conto di questo Priscilla e Aquila intervengono e lo “catechizzano” sul Battesimo istituito da Gesù, predicato dagli Apostoli e sull’opera dello Spirito Santo. Certo, la vita delle prime comunità doveva essere molto viva e articolata: là, dove era arrivata la Parola del Signore attraverso gli Apostoli e i loro discepolo, la comunità si faceva carico, su loro “mandato” di istruire altri fratelli per rendere accessibile a tutti il messaggio della salvezza.
Purtroppo, nell’arco dei secoli, il clericalismo ha fatto dimenticare, quasi completamente, ai laici questa loro vocazione. Ma il Concilio Vaticano II ha voluto rivalutare in pieno l’azione evangelizzatrice del laicato con un decreto (Apostolicam Actusitatem, 18/11/1965) nel quale si ripropone l’importanza dell’opera dei laici che non sono più solo “spettatori” dell’opera di Dio, ma protagonisti e promotori. I Papi del dopo-Concilio sono tornati spesso su questo importante argomento. La Chiesa, ricordiamolo bene, non è formata solo dal Papa, i vescovi, i preti e coloro che hanno scelto la vita consacrata, ma da tutti i battezzati che, in forza delle Spirito che hanno ricevuto, si rendono disponibili, in vari modi, all’annuncio del Vangelo. Questa è la missione che il Signore Gesù ha affidato, e continua ad affidare, ad ognuno di noi.
Preghiamo:
Padre buono, attraverso il Battesimo ci hai chiamati alla Vita nuova, ad essere portatori della Tua Parola e testimoni del Tuo Amore per ogni uomo e ogni donna. Aiutaci a riscoprire il senso della vocazione cristiana e la responsabilità che essa comporta. Manda dunque il Tuo Spirito su di noi, sulle nostre famiglie e su tutte le comunità cristiane affinché si rinnovi la faccia della terra. Amen.
Nell’augurio di un sempre più rinnovato impegno di vita cristiana, buona giornata,
PG&PGR