21 maggio 2020: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi tutti, vicini e lontani,

dopo il quasi fallimento (oggi si direbbe un “flop”) del discorso all’Aeròpago di Atene, Paolo lascia quella città per recarsi a Corinto, circa cento chilometri più a ovest. Siamo all’inizio del cap. 18 (vv.1-8).

Qui viene in contatto con un certo Aquila, un giudeo che, con la moglie Priscilla, era stato cacciato da Roma. Infatti, verso il 49-50 d.C. l’imperatore Claudio emise un editto che allontanava tutti i Giudei da Roma. Le cause non sono note, ma alcuni autori pensano che il motivo principale fosse di origine religiosa; se i romani potevano tollerare la religione dei Giudei in una terra di conquista, la Palestina, non potevano fare altrettanto in casa loro, a Roma, sede dell’imperatore, considerato una divinità.

Paolo, dunque, viene ospitato  dai due coniugi e, per contribuire alle spese familiari, li aiuta nel loro lavoro. Luca dà questa inedita indicazione su Paolo: aveva un mestiere, fabbricatore di tende. Mentre per la cultura greca l’uomo colto non poteva esercitare un lavoro manuale, in quella ebraica il “rabbi=maestro”, aveva spesso occupazioni di questo genere in quanto esse offrivano occasioni di incontro con la gente e quindi di insegnamento.

Finalmente anche Sila e Timòteo giungono a Corinto e la loro collaborazione permette a Paolo di riprendere, in pieno, il suo ministero di predicazione. Ma, come era prevedibile, riprende anche il suo “duello” verbale con i Giudei e dopo l’ennesimo rifiuto di questi, con parole forti, Paolo ribadisce la sua intenzione di rivolgersi solo ai pagani. Ma non tutti i Giudei la pensano allo stesso modo rispetto a lui: il capo della sinagoga, Crispo, crede nelle sue parole insieme a tutta la sua famiglia e il suo esempio trascina anche altri abitanti di Corinto.

La testimonianza autentica è sempre “contagiosa”. Chiediamo al Signore che anche la nostra lo sia. In un famoso discorso il Papa San Paolo VI disse che la Chiesa del post-concilio ha più bisogno di testimoni che di maestri.

Preghiamo:

Padre Santo, questa parola “testimonianza”, ci…perseguita. Non ci fa dormire sonni tranquilli, ci interpella, ci mette in crisi, ci scuote, ci giudica. Quante volte non abbiamo avuto il coraggio di renderla visibile, coerente, autentica! Dacci dunque la forza che ha accompagnato il primo annuncio della vita nuova nel Vangelo e risveglia in noi, tuoi figli, il desiderio di essere testimoni della fede con sempre maggiore impegno. Amen

A tutti l’augurio di vivere questa giornata con cuore rinnovato,

PG&PGR