Carissimi tutti, vicini e lontani,
ogni promessa è debito e dunque prendiamo in mano il brano di ieri, venerdì (Atti 9,1-20). Vi ricordate di quel Saulo ai piedi del quale coloro che lapidavano Stefano deposero i loro mantelli? Ebbene, poco tempo dopo, probabilmente nello stesso anno, quel giovane, fariseo in quanto alla legge, diventa uno dei persecutori più accaniti della nuova dottrina predicata dai discepoli tanto da chiedere l’autorizzazione del sommo sacerdote per fare una “retata” di cristiani a Damasco per poi condurli a Gerusalemme, in catene, per il giudizio del sinedrio. Una distanza notevole (oggi sono circa 300 chilometri) da coprire! Ma è tanto l’astio di questo giovane verso i credenti, che la preoccupazione delle fatiche del viaggio passano in secondo piano. Radunati, dunque, alcuni fedelissimi parte alla volta di Damasco. Quello che accade in quel viaggio lo abbiamo letto. Una luce folgorante fa imbizzarrire il suo cavallo che lo disarciona. Caduto a terra ode una voce che gli chiede, chiamandolo per nome, “perché mi perseguiti?” A Saulo che, stordito e accecato da quella luce, chiede chi egli sia, la voce risponde: «Io sono Gesù che tu perseguiti». L’abbagliamento di quella luce svanisce, ma i suoi occhi non sono più in grado di vedere. Quello che accade in seguito e cioè l’arrivo a Damasco, le perplessità di Anania e la conseguente rivelazione di ciò che Saulo dovrà diventare, l’incontro tra i due e la sua conversione, lo potete leggere da soli.
Quello su cui è importante riflettere è l’agire del Signore. Per “portare il Suo nome davanti a tutti i popoli”(v.15), Egli sceglie proprio quest’uomo, acerrimo nemico del Suo nome… Davvero le strade del Signore sono misteriose. Ma l’incontro sulla via di Damasco e il dono dello Spirito Santo (v.17) hanno cambiato totalmente il cuore di quest’uomo. Da quel momento lo stesso fervore in difesa delle Tradizioni dei Padri che lo aveva portato sulla strada di Damasco per ridurre al silenzio i seguaci di Cristo, animerà la sua opera di evangelizzazione per portare la Parola di Gesù a tutti i popoli, a tutte le genti, e per questo sarà chiamato anch’egli, come i Dodici, Apostolo, l’Apostolo dei Gentili (Genti) e la forza dello Spirito Santo sosterrà la sua instancabile opera missionaria. Come Pietro terminerà la sua “corsa” a Roma nel 67 d.C. durante l’impero di Nerone.
Una antica tradizione afferma che Pietro e Paolo furono martirizzati nello stesso anno e nello stesso giorno, il 29 giugno.
PREGHIAMO:
Paolo, Apostolo delle Genti, hai portato il messaggio di Gesù morto e Risorto fuori dei confini d’Israele perché tutti i popoli potessero conoscerlo e insieme a Pietro e i santi Giovanni Battista e Giovanni evangelista sei patrono di questa nostra città tanto amata e tanto disastrata. Intercedi per noi affinchè, con la nostra vita, possiamo portare il Vangelo a tutti coloro che il Signore mette sulla nostra strada, senza timori e, soprattutto, senza discriminazioni. Per Cristo Nostro Signore. Amen
N.B. Ieri è cominciato il mese di maggio, tradizionalmente dedicato alla Vergine Maria. Sarebbe tanto bello che nelle nostre famiglie, così come ha suggerito Papa Francesco, si trovasse il tempo per pregare insieme il Rosario o, quanto meno, una parte di esso.
A tutti l’augurio di una buona giornata. Vi aspettiamo domani sul sito della parrocchia o su Face-book per la celebrazione dell’Eucarestia.
PG&PGR