Carissimi tutti, vicini e lontani,
questa mattina lasciamo nuovamente la parola ai giovani e ad alcune loro riflessioni sul “secondo pane”: scegliere Dio o le opere di Dio? Domanda strana, come se queste si oppongano l’una all’altra. In effetti non è così: la seconda deve essere al servizio della prima. Dall’isolamento a cui è costretto ad Hanoi, l’11 febbraio del 1985, “Zio Francesco”, preoccupato per le tante opere iniziate e, forzatamente lasciate incompiute, fa parlare il Signore e scrive: «Sono Io Colui che segui e non la mia opera. Se lo voglio mi consegnerai il compito affidato. Poco importa chi prenderà il tuo posto: è affar mio. Devi scegliere Me». Scegliere tra Dio e le sue opere? Ma non è la stessa cosa? Sembra proprio di no: scegliere Dio è qualcosa di personale che solo io, col suo aiuto, posso fare; le sue opere sono Sue ed io posso solo collaborare a realizzarle, ma non sono indispensabile. Questo ci riporta agli studi filosofici e più precisamente alle “Cinque vie” di San Tommaso d’Aquino per dimostrare l’esistenza di Dio. Nella “terza via”, detta della contingenza, egli mette a confronto il “necessario” con il “non necessario” (contingente) e arriva alla conclusione che se l’uomo è “non necessario”, deve esserci Qualcuno che lo è, e questo è Dio. In questa ottica si può comprendere meglio questa “diversità” tra l’essere di Dio e l’essere per le sue opere. Dopo questo preambolo (ammazza quanto chicchierano sti preti!”), che ci sembrava doveroso per maggior chiarezza, ascoltiamo alcune delle riflessioni dei giovani.
“Mi sono ripetuto molte volte che la volontà di Dio spesso non coincide con la mia.
Penso che l’abbiamo fatto più o meno tutti almeno una volta nella vita ed oggi mi sono svegliato proprio con questo pensiero.
Mi sono svegliato triste e arrabbiato.
Doveva essere un gran giorno per me oggi, una grande occasione da cogliere.
Almeno lo speravo.
Ma il piano che faticosamente avevo costruito per mesi è stato smantellato.
In un attimo.
È bastato un attimo per distruggere quello per cui avevo tanto lottato.
Ma il Vangelo di oggi diceva una frase ben precisa, pronunciata da Gesù stesso.
“Chi crede in me anche se muore, vivrà”.
E oggi come non mai faccio mie queste parole che sembra che Gesù abbia detto proprio a me e che mi ricordano che ogni volta che mi sento morire dentro, che vivo male qualche situazione della mia vita, posso fare affidamento su di Lui.
Che è tutto superfluo, che Lui è il vero pilastro della mia vita e che quello che mi succede, anche se a volte fa male, succede perché c’è un motivo che non posso comprendere ed è per il mio bene.
E allora anche io oggi, dopo la lettura del Vangelo, mi sono chiesto:”Signore, cosa vuoi che io faccia? Accetto la tua volontà e proverò ad essere strumento Tuo a casa.”
E così ho fatto, almeno ci ho provato, anche se oggi sarei dovuto essere altrove, Dio mi ha voluto qui e mi ha dato l’occasione di essere ostinato in amore con la mia famiglia, cosa che era venuta un po’ meno negli ultimi giorni.
E allora Signore, anche oggi prego affinché comprenda sempre la Tua volontà, sia un figlio fiducioso di fronte al Tuo volere e in grado di compiere le Tue opere così come mi hai creato.”
“Quando ci è stato comunicato che il lavoro che dovevamo svolgere riguardava la differenza tra scegliere Dio e le opere di Dio ho sorriso tra me e me perché da qualche tempo a questa parte è un tasto dolente della mia vita..
E oggi con tutto quello che stiamo vivendo mi risulta ancora più difficile..
Mi sono accorta di essere triste in queste settimane senza saperne il motivo ben preciso. Poi ho capito che la mia tristezza era dovuta al pensiero che questa Pasqua non sarà come me l’ero immaginata, quella festa a cui tengo più di tutte in assoluto non potrò celebrarla con la mia comunità, e partecipare alla messa, all’adorazione, ricevere l’Eucarestia e tutte quelle attività che sono tipiche del triduo.. e mi chiedo perché tutto questo doveva succedere proprio in questo periodo..
Durante tutta la settimana ho riflettuto parecchio su questo, e in particolar modo una figura si ripresentava nelle mie giornate, quella di Maria, la persona che per prima ha detto quel “Sì” al Signore e ha permesso che tutto si compisse…
Per cui prego Maria affinché possa darmi la grazia di cogliere la grazia anche in questa Pasqua che non è sicuramente da meno rispetto alle altre e di darmi la stessa forza che ha avuto lei quando ha accolto dentro di sé la volontà di Dio, per dire finalmente anche io “Sì” al Signore.. e prego Dio affinché possa farmi capire che seguire Lui, avere una relazione vera con Lui è tutto ciò di cui ho bisogno e che la possibilità di partecipare fisicamente alla messa comunitaria è un’opera di Dio ora come ora non necessaria e che ciò non vuol dire che la Pasqua sarà meno intensa per questo motivo.
“Le opere di Dio si fanno da sé. Tu pensa ad accogliere questa paternità, pensa a diventare pane.”
A questo punto (come diceva qualcuno tempo fa) sorge spontanea una domanda: ma io sono di Dio o per le sue opere?
Preghiamo:
Signore, in questo giorno la Chiesa celebra la festa di santa Caterina da Siena, patrona d’Italia. A lei vogliamo affidare il nostro paese, tutti coloro che vivono in esso, italiani e non, e quelli che per vari motivi vivono all’estero. Siamo un popolo un po’ “strampalato”, ma generoso che, nella sua storia, ha affrontato tanti momenti difficili. Questo è uno di quelli: ci troviamo a combattere, insieme a tanti fratelli e sorelle di altri Paesi, un nemico invisibile e insidioso che ha già mietuto migliaia di vittime. Caterina, donna di Dio, in tempi difficili, hai saputo ispirare l’agire della Chiesa e del potere civile, e nel tuo “essere piccola e semplice” hai testimoniato il Suo Amore per ogni uomo, in modo speciale per quelli che soffrono. Guarda questo nostro popolo che confida in te come sua Patrona e intercedi per noi. Amen
Nella certezza che Santa Caterina da Siena e san Francesco di Assisi, Patroni del nostro Paese, pregano per tutti noi, vi auguriamo una buona giornata,
PG&PGR