Lettera di Natale 2018 del nostro Parroco

Di seguito pubblichiamo la lettera di Natale 2018 che il nostro Parroco Padre Gianni scrive a Gesù e la risposta del Figlio di Dio, lettere che ogni anno Padre Gianni legge a tutta la comunità riunita durante la notte di Natale. Una scambio epistolare tra il Parroco e Gesù che ormai è diventato un appuntamento fisso della nostra comunità parrocchiale.

Roma, Natale 2018

Caro Gesù,

Dove sei? Quante volte ti sarai sentito rivolgere questa domanda da parte di noi uomini. E quante volte avrai rivolto ad ognuno di noi la stessa domanda “Dove sei”? Dio, nel giardino dell’Eden, dopo aver portato a compimento la creazione dell’universo, crea l’uomo dalla terra, gli sottomette tutto e gli dà una compagna. Ma questa creatura, fatta a Sua immagine e somiglianza, non si accontenta. Soggiogata dal maligno vuole essere come il suo Creatore. E in quello stesso momento si rende conto di essere stato ingannato e si nasconde. L’incontro con Dio non è più una festa; la paura e la vergogna prendono il posto della gioia, con la consapevolezza di aver seguito la voce della superbia e della menzogna rifiutando quella della Verità. “Dove sei?” Quella primordiale domanda continua ad essere rivolta all’uomo di ogni tempo che, nell’illusione della libertà e nel delirio dell’onnipotenza,  vuole tenerti lontano Signore, fuori dai suoi affari.

Prendo in prestito le parole del nostro Cardinale Vicario all’inizio di questo anno pastorale: “In questo momento di grande confusione e smarrimento, fermiamoci e chiediamo al Signore “dove sei”? Non sappiamo il senso di ciò che ci capita, ci sfugge la percezione della meta da raggiungere e della direzione da prendere, non ci sembra di avere le energie sufficienti per affrontare il cammino”.

Incoraggiato da queste parole, Signore, oso chiederti: Dove sei Signore mentre questo mondo va alla deriva? Dove sei Signore quando, in tanti ambienti, è la legge del più forte a fare scuola, soprattutto nei confronti dei più deboli e indifesi? Dove sei Signore quando la cosiddetta civiltà occidentale si macchia di chiusura e di insensibilità di fronte a tanti fratelli e sorelle in condizione di estrema indigenza? Dove sei Signore quando la natura si ribella per le tante, troppe violenze che le abbiamo usato e reagisce con indomabile impeto seminando morte e distruzione? Dove sei Signore quando il fanatismo religioso continua ad essere causa di tante stragi di innocenti? Dove sei Signore quando la vita di decine di persone è spezzata dall’incuria per le grandi e piccole opere costruite dall’uomo?  Dove sei Signore quando centinaia di persone, vittime del terremoto, alloggiate in moduli abitativi, sono costrette, per il terzo anno consecutivo, ad affrontare il gelo invernale? Dove sei Signore quando tante famiglie, a causa del tanto male e dell’ingiustizia che dilagano nel mondo, in Europa, in Italia e nella nostra città, sono costrette a vivere in condizioni di estremo disagio? E di domande del genere, Signore, ne avrei ancora tante.

Un giorno, durante la tua vita terrena. hai posto, a coloro che ti ascoltavano, una domanda: “Il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra”? (Lc 18,8). Bhe, Signore, non puoi negare che spesso, questa fede è messa a dura prova. La nostra fragilità, le nostre paure, le debolezze, le difficoltà e le prove della vita ci annebbiano il cuore e la mente tanto da farci sentire abbandonati.

Anche i tuoi apostoli, quel giorno, sul lago in tempesta, mentre tu dormivi, pur essendo pescatori e marinai esperti, hanno avuto paura al punto di svegliarti e dirti: “Maestro non t’importa che moriamo?” (Mc 4,38). Tu, dopo aver placato la furia delle onde e del vento hai chiesto loro: “Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?” E questa domanda, stasera, ancora una volta, la fai ad ognuno di noi.

La Storia della Salvezza, Signore, mette davanti ai nostri occhi tanti esempi di coloro che, nonostante tutto, si sono fidati di Te. A partire dai Patriarchi e dai Profeti dell’Antica Alleanza per arrivare al Battista, a Maria tua madre e a Giuseppe tuo padre terreno. Hanno ascoltato la tua voce, hanno creduto alle tue promesse hanno accettato i tuoi disegni e sono stati di esempio a tutti coloro che, dopo la tua nascita, la tua predicazione, la tua passione e resurrezione, hanno saputo testimoniare la loro fede in te, da quella prima Pentecoste, lungo i secoli, fino ad arrivare ai nostri giorni. E non parlo solo di coloro la cui santità è stata riconosciuta ufficialmente dalla Chiesa, ma anche di quelli che, come dice Papa Francesco, riprendendo il pensiero di San Francesco di Sales ed altri, vivono nella ricerca della santità quotidiana, spesso nascosta, ma autentica.

Gesù, in questo ricordo della tua venuta sulla terra e nell’attesa di quella definitiva, a nome di tutta la nostra comunità parrocchiale e in modo particolare di tutti coloro che si trovano a vivere situazioni difficili, ti chiedo, come fecero gli apostoli, di aumentare la nostra fede, di farci sperimentare sempre di più la presenza del tuo Spirito Consolatore, di aiutarci ad aprire il nostro cuore verso tutti i fratelli e sorelle che incontriamo e che il nostro diventi sempre più un cammino di fede, di speranza e di amore per giungere alla santità della vita quotidiana.

Signore proteggi le nostre famiglie, sostieni i nostri anziani, consola i nostri ammalati, incoraggia i nostri giovani, accarezza i nostri bambini e accogli nel tuo regno i nostri morti.

Buon compleanno, Gesù.

 

Pianeta terra, Natale 2018

Caro Gianni e cari voi tutti,

forse vi chiederete perché, a differenza degli altri anni, la mia risposta non arriva dal cielo, ma dal pianeta dove vivete. Leggendo quanto segue lo capirete.

Quella prima domanda all’indirizzo dell’uomo reduce dalla caduta, quel “Dove sei?”, posta dal Creatore, viene spesso interpretata come un atto di accusa e la ricerca di un reo. Forse non siete ancora riusciti a capire che in quel momento, come in ogni momento, Dio si mette alla ricerca dell’uomo che si nasconde cosciente della propria colpa, non per punirlo, ma per purificarlo, per rinnovare il dono della sua amicizia e del suo perdono. Questo anche se l’uomo, nella sua superbia e nel suo egoismo, non cerca Dio anzi continua ad allontanarsi da Lui cercando di coprire la sua vergogna. Ma Dio non demorde, non si arrende, non abbandona perché ha bisogno di riversare il suo amore sulle sue creature continuando a chiedere “Dove sei?”. Ricordati Gianni di quella frase che ha accompagnato la tua tua giovinezza e che spesso citi ai giovani: “Dio ti cerca nella tua libertà; lasciati trovare” (M. Quoist). No, noi non vogliamo limitare la vostra libertà, che è propria dei figli di Dio, ma desideriamo che questa sia accolta e vissuta al meglio per non diventare una trappola e ridurre l’uomo in schiavitù.

Quante domande mi fai!!! Questo vizio proprio non lo vuoi perdere! Ma voglio egualmente rispondere a questi interrogativi che non sono solo i tuoi.

Il mondo va alla deriva… Ma io non lo abbandonerò, non permetterò che dalla deriva si passi all’autodistruzione e saprò rendere docile e forte il cuore di tutti coloro che continuano a credere che un mondo migliore non sia utopia. E’ la legge del più forte a fare scuola? Io, da sempre, mi sono schierato dalla parte dei deboli, degli sconfitti, degli ultimi e, se continueranno ad avere fiducia in me, saranno loro ad essere i veri vincitori. La civiltà occidentale di macchia di chiusura e di insensibilità di fronte a tanti popoli che sono costretti a lasciare la loro terra a causa della guerra e della fame. Ebbene, io sono in mezzo a loro, affamato, assetato, respinto, perseguitato. Il fanatismo religioso continua a mietere vittime innocenti? E’ la cosa che mi fa più male! Quello presente e quello del passato. Dio non vuole la morte, è amante della vita, di qualsiasi vita, non fa questione di razza, cultura o religione. Sarò sempre vicino a tutti coloro che sono vittime di azioni tanto folli e inumane. Purtroppo, ci sono anche altre stragi, oltre quelle operate con le armi o altri mezzi offensivi. Spesso, troppo spesso l’uomo , in qualche modo, si rende responsabile di catastrofi che potrebbero essere evitate. Ed io sono là schierato con coloro che chiedono giustizia e pieno di misericordia per le vittime innocenti. Sono vicino a coloro che non hanno più una casa, che da troppo tempo sono alloggiati in costruzioni fatiscenti, al freddo perché manca l’elettricità. Caro Gianni, dove c’è la sofferenza, la solitudine, la miseria, Dio non può essere assente. Non posso certo dimenticare che mentre ero tra voi anche io ho dovuto subire la legge del più forte; per la superbia di un uomo, con Giuseppe e Maria ho conosciuto l’esilio e la paura; ho affrontato la fame, il freddo, ho sperimentato l’abbandono e il tradimento e infine, il fanatismo religioso dei sacerdoti del tempio e dei farisei mi ha portato al Calvario. E allora, a quella primordiale domanda “Dove sei”, ne voglio aggiungere un’altra: “Uomo, da che parte stai?”

Non abbiate paura: se avrete fede in me, io sarò con voi, vicino a voi, fino alla consumazione dei secoli. Non cercatemi tra i grandi della terra, sempre pronti a fare di tutto per aumentare il loro potere e il loro prestigio; non cercatemi nelle istituzioni umane, sempre distratte ed inadeguate. Cercatemi tra i diseredati e i dimenticati, tra chi non ha casa, tra chi non ha lavoro, tra chi ha dovuto rinunciare alla propria dignità, fra tutti coloro che, per vari motivi, sono nella sofferenza e mi troverete nel volto di tanti uomini e donne di buona volontà che si mettono in gioco per farsi prossimo di coloro che la società lascia ai margini. Allora la mia presenza si sentirà, si vedrà, si toccherà.

Qualcuno ha coniato un nuovo termine: Natalicidio, cioè tutte le azioni che uccidono il Natale svuotandolo del suo vero significato. E cosa c’è di più vuoto, di più falso, di più inutile di una festa dove il festeggiato non viene invitato? Non vi rendete complici di questo; riappropriatevi del Natale autentico non fatto di luci colorate, ma colorato della luce che solo l’amore per Dio e per il prossimo può dare.

Un abbraccio e la mia benedizione su tutti voi.

Gesù