Di seguito pubblichiamo la lettera di Natale 2014 che il nostro Parroco Padre Gianni scrive a Gesù e la risposta del Figlio di Dio, lettere che ogni anno Padre Gianni legge a tutta la comunità riunita durante la notte di Natale. Una scambio epistolare tra il Parroco e Gesù che ormai è diventato un appuntamento fisso della nostra comunità parrocchiale.
Roma, Natale 2014
“La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia”.
Caro Gesù, con queste parole Papa Francesco inizia la sua Esortazione Apostolica che sollecita i credenti a riscoprire la gioia nell’annuncio del Vangelo: la gioia di viverlo, di incarnarlo, la gioia di sapere che possiamo noi stessi essere non solo annunciatori, ma Vangelo vivente. L’invito è quello di saper sempre riconoscere, nella storia dell’umanità, l’azione di un Padre che ama immensamente i suoi figli, la tua azione di una continua redenzione dell’uomo, l’azione santificante e vivificante dello Spirito d’Amore.
Attraverso le parole del Papa, se ci si lascia coinvolgere da questo invito, si può veramente riscoprire quella gioia che spesso, nei nostri animi, a causa dei tanti, troppi guai che affliggono l’umanità, rimane soffocata. Ma come potrebbe non esserlo? Tu dirai: “Arieccolo, mo’ ricomincia con le solite lamentazioni annuali!” Hai proprio ragione Gesù, ma purtroppo, nonostante questa stupefacente e coinvolgente esortazione alla gioia, non si possono relegare in un cantuccio tutte le aberrazioni che continuano ad amareggiare la nostra esistenza. Il più delle volte, quando apri un giornale o ascolti un notiziario, sembra di trovarsi di fronte ad un bollettino di guerra. A parte gli sconvolgimenti naturali, alluvioni continue, frane un po’ ovunque, cose di cui l’incuranza umana è sempre, in qualche modo, responsabile, ogni giorno ci sono notizie di stragi di innocenti: uomini, donne, bambini… E sono queste ultime che ci lasciano maggiormente attoniti, quasi increduli che degli esseri, appartenenti alla razza umana, possano perpetrare tali nefandezze. La crudeltà del faraone d’Egitto ai tempi di Mosè, quella di Erode al tempo della tua nascita tra noi, quella degli imperatori romani nei confronti del cristianesimo nascente, quella dei tanti potenti della storia (Chiesa compresa), fino ad arrivare, in tempi non tanto lontani, a quella delle camere a gas nei campi di sterminio, dei gulag sovietici, delle foibe dell’ex-Jugoslavia, delle dittature di tutti i tipi in vari continenti (e l’elenco potrebbe continuare), sembra non avere mai abbandonato il cuore dell’uomo. Scusami Gesù, ma di fronte ad una tale fantasia malvagia e sanguinaria faccio tanta fatica ad intravedere quella gioia di cui parla Papa Francesco.
Dov’è la gioia di fronte a chi, in nome Dio, semina terrore e morte? Dov’è la gioia di fronte a 132 bambini barbaramente trucidati in Pakistan, ed altri in Australia e nello Yemen? Dov’è la gioia di fronte a quelli che, con una nuova parola veramente brutta, vengono definiti femminicidi? Dov’è la gioia di fronte ai tanti episodi di violenza consumati tra le mura domestiche? Dov’è la gioia di fronte a tanti sprechi, specialmente di cibo, quando 800 milioni di persone soffrono la fame? E questo, Gesù, tu lo sai bene, non è più un problema che riguarda solo i paesi più poveri! Dov’è la gioia di fronte alle tante guerre che durano da decenni e continuano a seminare morte, distruzione, disperazione alimentando focolai di malattie infettive mortali che non hanno più confini? Dov’è la gioia di fronte ad un continente come l’Europa che, preoccupato solo della situazione economica, dimentica “distrattamente” tanti altri problemi, primo fra tutti la dignità della persona umana? Dov’è la gioia di fronte a tante persone che, in una disonesta ricerca del potere, continuano ad arricchirsi speculando su tutto e su tutti ricoprendo spesso incarichi di prestigio? Il solo pensiero di come anche la nostra città, la città eterna, il cuore della cristianità dove tu hai inviato il tuo primo Vicario, sia stata miseramente infangata da questa vergogna, mi fa ribollire il sangue nelle vene. Dov’è la gioia quando anche lo sport diventa un “affare” per fare quattrini e certe competizioni continuano ad essere motivo di violenza inaudita?
Tu mi dirai Gesù, e so che è giusto, che anche di fronte a tutto questo la speranza non deve cedere il passo alla rabbia, l’impotenza non deve avvilirsi nella rassegnazione, la giustizia non deve inchinarsi di fronte alle tante ingiustizie perpetrate dai potenti, la continua ricerca del bene non deve arrendersi di fronte alle tante vittorie del male. E allora aiutaci tu, Signore, a guardare a questo mondo con gli occhi di chi non vuole perdere questa speranza, con gli occhi di vuole rispondere alle provocazioni del maligno con la forza del bene, con la forza di quell’amore che solo tu puoi infondere nei nostri cuori.
Gesù, aiuta i nostri piccoli a crescere, come te, in santità e grazia; aiuta i nostri giovani a non cedere alle lusinghe di una società che cerca di escluderti e ad attingere da te il coraggio e la forza per affrontare “il buon combattimento” della vita; aiuta le nostre famiglie: i papà e le mamme non si scoraggino di fronte alle difficoltà e alle preoccupazioni e abbiano sempre presente l’esempio di Maria e Giuseppe nella casa di Nazaret; allontana dai nostri anziani, dai malati, da chi si sente solo la tentazione della rassegnazione e della malinconia; e infine, Gesù, accogli tra le tue braccia misericordiose tutti i nostri fratelli che hanno già lasciato questo mondo e quest’anno vogliamo ricordarti in modo speciale P. Luciano.
Gesù, a nome di quanti sono riuniti qui in questa notte santissima, di quelli che non ci sono, dei nostri amici lontani e anche di coloro che, in qualche modo, ti hanno dimenticato, ti chiedo: Aiutaci a ritrovare la gioia di vivere il Vangelo.
Buon compleanno Gesù.
Paradiso, Nalale 2014
“Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse”.
Caro Gianni,
spero che queste parole del profeta che, solo qualche minuto fa, sono state proclamate, aprano un po’ di più il tuo cuore alla gioia e alla speranza. Isaia, già sette secoli prima della mia nascita a Betlemme, era fortemente preoccupato della corruzione morale che la prosperità aveva portato in Giudea, la mia terra natia. Le sue parole sembrano cozzare fortemente con la realtà perché sono indirizzate ad un popolo, quello ebreo allora e all’umanità intera oggi, che cammina nelle tenebre, che ha smarrito il senso della verità, dell’onestà, dell’appartenenza a Dio; un popolo che si lascia ammaliare da illusioni e ingannare dalla prosperità perdendo il senso della realtà. Un popolo che cammina nelle tenebre…, che continua a brancolare nel buio alla ricerca disperata di un bene che è sempre a portata di mano, ma che voi uomini, accecati da effimere chimere, non sapete e non volete trovare. Una luce, quella annunciata da Isaia ventisette secoli fa ai suoi contemporanei e a voi oggi, che solo chi sa liberare il proprio cuore da tutto ciò che separa da Dio, può vedere.
Ma credi proprio che io non veda l’umiliazione e la disperazione nella quale si dibatte l’umanità? Credi proprio che io resti indifferente di fronte alla sofferenza di tante persone provocata dalla malvagia spavalderia di qualcuno? Tutto il male che tu hai elencato (e ce ne sarebbe molto di più), rende l’uomo schiavo di se stesso, del suo egoismo, della sua superbia, delle sue insane passioni, dandogli l’illusione di essere libero, di essere lui il padrone assoluto.
Dio Padre, dopo aver creato quanto c’è di bello e di buono ha affidato tutto all’unica creatura fatta a sua immagine e somiglianza, l’uomo e la donna, facendogli un ulteriore dono, quello della libertà, la facoltà di poter scegliere tra il bene e il male, tra il continuare a vivere alla sua presenza o il prendere altre strade. Tanti, nella vostra storia hanno scelto, e continuano a scegliere, altre strade. E non sono ritornati sui loro passi neanche quando il Padre ha mandato me, quando “è apparsa la grazia di Dio per insegnare a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere con sobrietà, con giustizia e con pietà” come ha ripetuto questa sera il mio Apostolo Paolo. E il male ha segnato ancora un punto a suo favore. Ma stanne certo: questo male, nonostante le sue tante vittorie, non potrà mai sconfiggere definitivamente la potenza di Dio, potenza dell’Amore che si realizza e si rende visibile, guarda caso, proprio attraverso altri uomini e donne che, nella storia dell’umanità, hanno saputo vivere e trasmettere la gioia del Vangelo, pagando di persona, spesso con la propria vita. Uomini e donne che hanno saputo credere a quell’annuncio fatto, in quella lontana notte di duemila anni fa, a quel gruppo di poveri pastori e che questa sera è stato nuovamente proclamato: “Non temete, vi annuncio una grande gioia…oggi è nato per voi un salvatore…”. Non temete, non temere, Gianni! Se non permetterai che la paura, le delusioni, le preoccupazioni, lo scoraggiamento e tutto ciò che può offuscare la gioia del Vangelo abbiano la meglio sulla tua esistenza di uomo e di prete e se continuerai, nonostante i tuoi difetti e tuoi limiti, ad annunciare che la gioia che viene dal Vangelo non è una chimera, troverai una risposta convincente a quelle tue tante domande sul “dov’è la gioia” che sapevano tanto di sconfitta e di rassegnazione.
Qualche giorno fa ti ho dato l’occasione di dire a tante persone e di far cantare ai gruppi della tua parrocchia: …vedrai miracoli, se crederai…” Ebbene, ripetilo a te stesso, ai tuoi confratelli, ai tuoi parrocchiani, agli amici vicini e lontani, a quanti incontri nella tua vita. A te e a tutti dico: imparate ad aprire gli occhi, a saper riconoscere i miracoli anche nelle piccole cose, in quelle di tutti i giorni. Il miracolo è sempre presente perché Dio è sempre presente: nel sorriso e nella gioia innocente dei bambini che si affacciano alla vita; nell’entusiasmo e nel coraggio dei giovani che non si lasciano ingannare dall’effimero e hanno la forza di andare controcorrente; nell’impegno di tanti genitori che non si arrendono davanti alle difficoltà; nella saggezza degli anziani e nella pazienza di chi è nella sofferenza e non si perde d’animo; nell’intercessione amorosa di quanti vi hanno preceduto, che sono sempre vivi nei vostri cuori. Guardate con fiducia la luce che, nonostante tutto, continua a brillare, continua ad illuminare il cammino, continua a sconfiggere le tenebre. Conservate una fede viva, sappiate ritrovare la speranza, vivete nell’Amore e tutto questo fatelo con convinzione, con coraggio, con gioia.
Tuo Gesù.